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Da melabit a melabit: addio WordPress, ciao Jekyll

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 2-Jan-2025 · 3 minuti di lettura
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Immagine generata dall’IA di Microsoft Designer.

Undici anni fa, quando ho iniziato a scrivere in questo spazio personale, non avrei mai pensato di rimanere per tutto questo tempo su WordPress.com, una piattaforma di blogging comoda ed affidabile, che però è sempre stata poco adatta al mio modo di lavorare. Con il tempo ho imparato a convivere con questi limiti, ma l’idea di cambiare non mi ha mai abbandonato.

Sin dall’inizio avevo ben chiaro quale piattaforma alternativa avrei voluto utilizzare. Qualche anno dopo ho riesaminato le alternative disponibili e i passi da fare in una lunga serie di articoli che alla fine si è conclusa con… un nulla di fatto, forse perché non ero convinto al 100% della decisione presa.

Del resto, non è facile abbandonare la comfort zone di una piattaforma con la quale hai avuto per tanti anni esattamente zero problemi, per imbarcarsi in una nuova avventura in cui bisogna gestire tutto in prima persona.


Qualche mese fa, però, è arrivata la decisione di Automattic, l’azienda che gestisce il software open source WordPress e tutti i prodotti derivati, di condividere di default tutti i contenuti presenti su WordPress.com con “terze parti”, cioè di fatto con i generatori di testi basati sull’Intelligenza Artificiale (ChatGPT e compagnia bella, per capirci), sempre affamati di nuovi testi con cui affinare il loro addestramento.1 A quel punto non ci potevano più essere tentenamenti.

Come se non bastasse, poco dopo Matt Mullenweg, il fondatore di WordPress, ha dato di matto (nomen omen), evidenziando come, nonostante WordPress sia il il sistema di gestione dei contenuti (CMS) open-source più diffuso al mondo, il controllo esercitato in maniera centralizzata e sempre più dittatoriale rischia di mettere in dubbio il futuro aperto e trasparente della piattaforma.


E allora il dado è tratto! C’è voluto tanto tempo e anche tanto lavoro, ma da oggi questo piccolo blog ha una casa tutta sua, melabit.com, dove poter sperimentare con una libertà molto maggiore di quella concessa finora. Vediamo come va.

Il nuovo sito è ancora un oggetto in divenire, la struttura di base è quella ma nei prossimi mesi ci saranno di sicuro modifiche e aggiustamenti. La prima cosa da fare è espandere la sezione in inglese, che al momento contiene solo una manciata di post, con link mancanti o ancora riferiti agli articoli originali in italiano. Vorrei anche aggiungere un sistema di notifica dei nuovi post.

Nel frattempo segnalatemi senza scrupoli nei commenti tutto ciò che non funziona o che funziona male.

Per i dettagli e gli aspetti tecnici della transizione vi rimando invece ai prossimi post.

Resta inteso che tutti i vecchi contenuti e i commenti rimarrano disponibili su melabit.wordpress.com. Almeno finché Mullenweg non mi caccia… 🤣🤣🤣🤣🤣

  1. Perché è vero che è possibile rifiutare la condivisione dei propri contenuti, e l’ho fatto anch’io ma, è altrettanto vero che bisogna scegliere esplicitamente di non condividere i propri dati e non il contrario, come sarebbe più normale. E comunque non è affatto detto che questi contenuti non vengano razzolati lo stesso. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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