– Immagine generata dall’IA di Microsoft Designer.
I bachi di Sonoma non mancano mai di sorprendere, e qui descrivo un baco fresco fresco, che per fortuna è stato corretto in Sequoia.
Prendete un MacBook Air o Pro nuovo, dove avete appena installato Sonoma, oppure un MacBook dove prima di installare Sonoma avete cancellato il disco di avvio (quello che succede aggiornando semplicemente da una versione precedente potrebbe essere diverso).
Provate a inserire una chiavetta o un disco esterno USB (o anche, quando c’è, una scheda SD). Quello che vedrete sarà questo.
Cioè non vedrete praticamente niente, anche al rallentatore.
In teoria, macOS dovrebbe far comparire una finestra a scomparsa che chiede all’utente se vuole consentire il collegamento dell’accessorio USB (come lo definisce Apple) al Mac. Peccato solo che, come si vede nel video, il pop-up scompaia più veloce di un’auto di Formula 1.
Devo dire che le prime volte che mi è successo non vedevo nemmeno quello. Solo dopo alcuni tentativi infruttuosi e sempre più frustanti, un’ombra velocissima sullo schermo mi ha fatto pensare ad una finestra a scomparsa troppo zelante.
Questo baco si verifica con macOS Sonoma 14.6, non ho idea se anche le versioni precedenti ne siano soggette. Per ovviare al problema bisogna andare nelle Impostazioni di Sistema alla voce Privacy e sicurezza e modificare l’opzione Consenti il collegamento degli accessori
da Chiedi ogni volta
, oppure Chiedi per i nuovi accessori
, in Sempre
.
Una volta collegata l’unità USB, per maggiore sicurezza si può tornare a selezionare l’opzione Chiedi per i nuovi accessori
, ricordandosi di ripetere la procedura ogni volta che si inserisce una nuova chiavetta (o disco esterno).
A prima vista sembra strano che la richiesta di consenso per il collegamento dei nuovi accessori compaia solo nei MacBook e non nei Mac desktop.
Ma a ben pensarci la cosa ha un senso. Non credo che gli sviluppatori di macOS vogliano impedirci di collegare le chiavette USB di nostra proprietà o quelle delle persone che conosciamo. Credo, invece, che vogliano evitare che qualcuno inserisca di soppiatto una chiavetta cattiva (detta anche Rubber Ducky), che ormai si può anche fare in casa con un Raspberry Pi Pico da pochi spiccioli.
Queste chiavette sono programmabili e possono fare danni molto seri ad un computer, dal trasferire automaticamente sulla chiavetta dei file riservati,1 fino a cancellare – se chi la programma è in possesso della password di un account amministrativo – tutto il disco di sistema.
Inutile dire che è più facile che un attacco di questo tipo avvenga su un MacBook, lasciato spesso incustodito, piuttosto che su un computer desktop, che rimane stabilmente in ambienti più controllati come la casa o l’ufficio.
Inserire un controllo di sicurezza di questo tipo nel sistema operativo è quindi un’ottima idea, ciò che è pessimo è il modo in cui è stata implementata in macOS Sonoma.
La buona notizia è che su macOS Sequoia il baco è stato corretto e la finestra rimane ben visibile sullo schermo finché l’utente non effettua una scelta.
Per chi fosse interessato alla mia saga sui bachi (e non solo) di macOS Sonoma, ecco i link agli articoli precedenti.:
-
Apple abbiamo un problema: uno sguardo ai bachi di macOS Sonoma
-
Apple abbiamo un problema: uno sguardo ai bachi di macOS Sonoma (aggiornamento)
-
Non è affatto detto che succeda solo a chi progetta un velivolo stealth, perché potrebbero più prosaicamente essere i documenti di un divorzio o di una controversia finanziaria. ↩