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Ridare una nuova vita al vecchio Mac con OpenCore Legacy Patcher (seconda parte)

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 19-Jan-2024 · 10 minuti di lettura
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Ed eccoci arrivati alla seconda parte di questo lunghissimo articolo su OpenCore Legacy Patcher.

Nella prima parte ho presentato il programma, che può ridare smalto ad un vecchio Mac permettendogli di far girare versioni recenti di macOS, e ho spiegato come installare su una chiavetta USB sia OpenCore Legacy Patcher (da ora in poi OCLP) che il programma di installazione di macOS, da scegliere fra Big Sur, Monterey, Ventura e Sonoma.

In questa seconda parte descriverò il processo di installazione di macOS Sonoma tramite la chiavetta USB su un Mac d’epoca e i tocchi finali da dare al sistema per renderlo usabile proprio come se ci girasse una versione supportata di macOS. Chi vuole usare Ventura, Monterey (consigliatissimo su un Mac d’epoca!) o Big Sur, deve solo adattare le istruzioni alla release scelta.

Installazione di macOS

Sull’installazione di macOS sul Mac d’epoca c’è davvero poco da dire. Bisogna inserire la chiavetta in una porta USB, accendere il Mac premendo il tasto denominato, a seconda delle tastiere, OPTION, ALT oppure , e aspettare che compaia una schermata simile a quella mostrata qui sotto.1

Da qui bisogna selezionare l’unità EFI Boot con l’icona del disco esterno (quella più a destra nell’immagine qui sopra) e premere Invio (o fare doppio click con il mouse).

Subito dopo comparirà un’altra schermata, nella quale bisogna scegliere di avviare il volume Install macOS Sonoma.

A questo punto partirà il programma di installazione di macOS Sonoma e dopo qualche minuto (non dimenticate che stiamo usando una chiavetta USB e non un disco SSD), dopo la richiesta di scelta della lingua,2 comparirà la schermata principale del programma di installazione.3

La prima cosa da fare è usare Utility Disco (Disk Utility) per formattare il disco SSD su cui verrà installato il sistema operativo. Per farlo basta fare doppio click sull’icona relativa, oppure selezionarla con la tastiera premendo poi su Continua (Continue) per confermare la scelta.

Una volta entrati in Disk Utility è sempre bene cliccare sul menu Vista (View) e attivare la voce Mostra tutti i dispositivi (Show All Devices), in modo da poter lavorare sul disco principale e non solo sul volume contenuto al suo interno (che si chiama quasi sempre Macintosh HD).

Premiamo l’icona Inizializza (Erase) nella barra principale di Disk Utility e, già che ci siamo, diamo un nome significativo al disco SSD che non sia il solito e abusato Macintosh HD, lasciando tutto il resto ai valori di default (io qui per chiarezza ho usato OpenCoreMac SSD ma è bene scegliere un nome più significativo).

Confermiamo le scelte fatte cliccando sul tasto Inizializza (Erase) in basso a destra e aspettiamo che si concluda il processo premendo alla fine sul tasto Fine (Done).

Usciamo da Disk Utility, tornando alla schermata principale del programma di installazione, e selezioniamo ora Installa macOS Sonoma (Install macOS Sonoma), anche in questo caso facendo doppio click sull’icona relativa, oppure selezionandola con il mouse e confermando la scelta premendo sul tasto Continua (Continue).

Compariranno una serie di schermate nelle quali dovremo di volta in volta cliccare sul tasto Continue, accettare il contratto di licenza e selezionare il disco sul cui installare il sistema operativo.

A questo punto inizierà il processo di installazione vero e proprio, che richiede più o meno un’oretta e che prevede anche due o tre riavvi del Mac che, per fortuna, ormai dovrebbero essere gestiti automaticamente da OCLP.

(Se OCLP non ce la fa da solo, si deve selezionare ogni volta l’icona macOS Installer, magari premendo il tasto OPTION, ALT, ⌥ durante il riavvio in modo da forzare il Mac ad usare la chiavetta USB).

Come sempre il tempo rimanente che compare sullo schermo non ha niente a che vedere con quello reale, per cui la cosa migliore è armarsi di pazienza e andare a prepararsi un caffè bello lungo, o magari anche il pranzo o la cena.

Dopo la lunga attesa, l’icona denominata macOS Installer verrà sostituita da una icona identica, ma questa con il nome che abbiamo dato al disco SSD del Mac. Il Mac dovrebbe riavviarsi automaticamente da questo disco, altrimenti si può forzarlo selezionando il disco con la tastiera e premendo Invio (o con un doppio click del mouse).

Dopo qualche secondo comparirà la procedura guidata di configurazione di macOS, dove basterà rispondere alle domande e inserire i dati richiesti per arrivare al desktop di macOS Sonoma.

Installazione di OCLP sul Mac

Arrivati a questo punto possiamo già usare tranquillamente il Mac con installato Sonoma, con l’unica limitazione di dover avviare ogni volta dalla chiavetta USB. Per permettere al Mac di avviarsi da solo, tutto quello che dobbiamo fare è installare OCLP nella partizione EFI del disco di avvio.

Da qualche tempo OCLP viene installato automaticamente fra le applicazioni di default del Mac, una cosa che non mi piace particolarmente perché sporca in qualche modo il sistema originale Apple, però gli utenti vogliono semplificazione, e semplificazione sia.

Lanciamo quindi OpenCore-Patcher dalla cartella Applicazioni,

e se stiamo usando una versione non aggiornata di OCLP potrebbe comparire una finestra che permette di scaricare ed installare l’ultimissima versione (ma io per comodità di esposizione lascio stare, almeno per ora).

Prima di installare OCLP sul disco di avvio del Mac è bene controllare nella schermata principale che il programma abbia scelto automaticamente il modello corretto di Mac (nel mio caso un MacBookPro8,2), ed eventualmente cliccare sul tasto Settings per selezionare il modello giusto.

A questo punto, torniamo alla schermata principale di OCLP, clicchiamo sul tasto Build and Install OpenCore (che ora sarà sicuramente attivo) e attendiamo la conclusione del processo di compilazione del programma, quando ci verrà chiesto se vogliamo davvero installare OCLP sul disco.

Accettiamo la proposta, stando attenti a scegliere il disco di avvio del Mac (normalmente indicato come disk0) e non più la chiavetta USB

e, all’interno di quello, il volume EFI dove va installato OCLP.

Inseriamo quando richiesto la password dell’amministratore del Mac,4

e attendiamo i pochi secondi necessari per l’installazione di OCLP sul Mac.

Ultimi tocchi

Siamo alla fine, manca solo un piccolissimo passo, che però è particolarmente utile perché ottimizza OCLP per il Mac che stiamo usando. Per eseguirlo dobbiamo cliccare sul tasto Post-Install Root Patch della schermata principale di OCLP e verificare se ci sono delle patch da installare.

In questo caso specifico OCLP ha già installato da solo tutte le patch, ma se invece ci fossero delle patch disponibili (che in genere riguardano il Wi-Fi, la scheda video o le interfacce), bisogna cliccare sul tasto Start Root Patching,

rilanciare il programma come utente root del Mac,5 autenticarsi di nuovo inserendo la password di amministratore e attendere con pazienza che si concluda il processo di patching del sistema.

Alla fine di tutto è obbligatorio riavviare il Mac per attivare le patch appena installate.

Dato che abbiamo installato OCLP sul disco di avvio del Mac non sarà più necessario utilizzare la chiavetta USB per avviare il sistema. Di conseguenza avremo ora un Mac d’epoca in grado di avviarsi da solo con una versione moderna (e non supportata) di macOS, rimanendo ancora perfettamente performante (compatibilmente con l’età del sistema).

Dopo l’applicazione delle eventuali patch anche l’aspetto del desktop cambierà, in modo sottile ma piuttosto evidente, perché l’ottimizzazione delle prestazioni della scheda grafica permette di visualizzare quegli effetti di trasparenza e di adattamento dei colori allo sfondo prescelto che sono una delle particolarità grafiche dei macOS moderni. Per accorgersene, basta confrontare l’immagine del desktop subito dopo l’installazione di macOS (prima immagine qui sotto, identica a quella alla fine della sezione “Installazione di macOS”) con quella del che appare dopo aver eseguito il Root Patching (seconda immagine qui sotto).

Dimenticavo: è sempre utile aggiornare periodicamente OCLP, in particolare se si sta usando Sonoma, perché ad ogni nuova versione vengono aggiunte nuove funzionalità e vengono corretti bachi e incompatibilità.

Io non l’ho fatto mentre scrivevo l’articolo per non perdere il filo del discorso, però poi non ho perso tempo e ho aggiornato il programma all’ultima versione disponibile, che in questo momento è la 1.3.0. In ogni caso, ad ogni avvio OCLP controlla la presenza di aggiornamenti ed eventualmente li installa da solo, né più e né meno come succede con le comuni applicazioni per macOS.

Conclusione

Anche questa seconda parte è diventata lunghissima, per cui ho preferito destinare una terza ed ultima parte ad una linkografia6 ragionata di pagine web e video utili per approfondire l’uso di di questo fantastico strumento, che riesce davvero a dare una nuova vita ai nostri vecchi Mac.

  1. Se il disco SSD del Mac è stato appena sostituito, potrebbero comparire solo le due icone più a destra. 

  2. Perché uso sempre l’inglese sui miei Mac sia per il sistema operativo che per gli applicativi? Non è per snobismo, ma solo perché è più facile risolvere i problemi a partire dai messaggi di errore nella lingua originale del sistema. 

  3. Da ora in poi, tutte le immagini sono state scattate all’interno di un emulatore (Parallels per la precisione), che garantisce una qualità delle immagini decisamente rispetto a fotografare lo schermo del Mac. 

  4. Inutile dire che la password di amministratore deve essere una password seria, non come quella che ho usato per le prove per questo articolo. 

  5. In questo momento OCLP interviene così a basso livello che ha bisogno di diventare utente root, che nei sistemi UNIX è il vero gestore onnipotente del sistema operativo. 

  6. Si può dire linkografia? Pare di sì, anche se secondo l’Accademia della Crusca sarebbe preferibile il termine sitografia, che a me però fa rizzare i capelli in testa. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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