Ci sono volte in cui le traiettorie pseudocasuali delle nostre vite si dipanano in percorsi imprevedibili, finiamo per caso ad una festa ed incontriamo l’anima gemella, sbagliamo la preparazione di un campione e vinciamo il premio Nobel.1
A me non è successa né l’una né l’altra cosa, però oggi (ieri per chi legge) una serie di circostanze fortuite mi hanno portato ad incontrare uno degli uomini che ha contribuito di più a plasmare la nostra epoca, Federico Faggin, l’inventore del microprocessore, l’Intel 4004, nato per finire in una calcolatrice e diventato il punto di partenza di una delle principali rivoluzioni tecnologiche e culturali della storia. La sua sigla F.F. è incisa, a futura memoria, sul chip di tutti i 4004 prodotti.
Che dire? Nella mia vita ho incontrato due o tre premi Nobel e ho avuto a che fare con alcuni personaggi di grandissimo spessore, ma Faggin è una vera leggenda nella storia della tecnologia, e non avrei mai pensato di poterlo incontrare di persona e di chiacchierare per qualche minuto con lui. Una persona consapevole di essere un genio della tecnologia, ma allo stesso tempo cordiale e incline a scherzare, che ha saputo creare un’atmosfera informale e rilassante davvero molto piacevole.”
È stata davvero una grande, grandissima emozione. E ci è pure scappata la dedica sul suo ultimo libro.
– Photo opportunity di Federico Faggin (al centro) con il relatore della sua tesi di laurea, un ancora arzillo professore emerito più che novantenne (il secondo, seminascosto, da sinistra).
– Due chiacchiere con uno dei miti della mia vita.
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Senza dimenticare chi sbaglia strada, si ritrova in un bosco tenebroso e scrive una delle opera più importanti della letteratura mondiale. ↩