– Fonte: Katya Ross su Unsplash.
Il mio iPhone 7 era arrivato al capolinea: con soli 32 GB di spazio, una batteria con una capacità di appena la metà di quella iniziale, l’impossibilità di aggiornare iOS, non c’era più motivo di ostinarsi ancora ad usarlo. La batteria l’avevo già cambiata una volta e non avrei mai speso altri 70-80 euro in una operazione parziale, che non avrebbe risolto gli altri problemi.
Ma il telefono non è il mio strumento principale di comunicazione, anzi se fosse possibile ne farei volentieri a meno, e quindi non spenderei mai 1.000 euro per un iPhone ultimissimo-modello-che-fa-anche-il-caffè. Non dico che sia sbagliato, conosco tanta gente per la quale il telefono è uno strumento indispensabile per il lavoro e la vita sociale, ma non è il mio caso.
Potrei usare Android, in fondo con 200-250 euro posso prendere un telefono di caratteristiche più che adeguate alle mie necessità. Il problema dei telefoni Android è che dopo due anni li devi buttare, e poi con Android si perde l’integrazione quasi perfetta che ha l’iPhone con il resto dell’ecosistema Apple che domina sia a casa mia che in ufficio.
Per cui non c’è scelta, mi serve un altro iPhone, ma lo prendo rigenerato.
Per un po’ ho guardato le proposte di TrenDevice e di Amazon, ma eravamo sotto Natale e non si trovava niente di interessante. Swappie non l’ho mai provato, qualche conoscente me ne ha parlato bene, ma non so se fidarmi e lascio perdere.
Poi Amazon mi manda la solita email con proposte d’acquisto basate sulle mie ricerche precedenti, e questa volta ci sono delle buone offerte per l’iPhone XR, che è uno dei modelli che mi interessano. Il display grande ma non troppo mi alletta e, per quello che costa, anche se durasse solo due-tre anni sarebbe come comprare un Android ma rimanendo sempre in casa Apple. E poi mia moglie e mia figlia maggiore hanno già un iPhone XR e ne sono soddisfatte, per cui non ho dubbi e prendo l’XR. Mi tengo sul modello da 64 GB, in base alla mia modalità di uso (le foto le scarico sul Mac e con l’iPhone ascolto solo musica in streaming) raddoppiare la capacità rispetto al 7 dovrebbe essere più che sufficiente.
Amazon come sempre è un mostro di efficienza, compro l’iPhone alla sera e il giorno dopo è già a casa mia, ma siamo nel pieno della settimana e ho solo il tempo di aprire la scatole e controllare che sia tutto a posto.
Arriva la domenica, per combinazione sia la moglie che le figlie sono fuori per tutto il giorno, per cui ho tutta la tranquillità per configurare il nuovo (si fa per dire) iPhone.
Non è certo la prima volta che configuro un iPhone, mi aspetto un’oretta di lavoro per trasferire tutto dal 7 all’XR, più un’altra oretta per i ritocchi finali, l’inserimento di alcune password, la riconfigurazione di qualche app e magari anche l’installazione di qualche applicazione che volevo provare ma non avevo lo spazio fisico per farlo. Insomma, prima di pranzo dovrei aver finito, anzi mi dovrebbe avanzare un po’ di tempo per giocherellare con il nuovo gadget.
Accendo l’iPhone XR, il 7 se ne accorge e mi chiede se voglio trasferire il suo contenuto al nuovo dispositivo. Ma io ho altri piani: voglio prima effettuare una configurazione di base dell’iPhone, per poi resettarlo allo stato di fabbrica e, solo a quel punto, sincronizzarlo col il 7 tramite la comodissima funzione Inizia subito.
Che volete, sarò fissato ma preferisco avere il controllo di quello che faccio. In questo caso specifico, voglio essere sicuro che il telefono sia stato davvero resettato allo stato di fabbrica, senza errori o configurazioni spurie. Del resto installo da zero macOS anche quando compro un Mac nuovo, figuriamoci se non faccio la stessa cosa con un dispositivo già usato.
E, spoiler, in questo caso specifico ho fatto benissimo.
La prima configurazione dell’iPhone si svolge senza intoppi, l’iPhone si attiva collegandosi ai server Apple e tutto procede liscio fino alla solita schermata iniziale di un nuovo iPhone fresco di fabbrica.
Non la guardo nemmeno, vado subito in Impostazioni -> Generali -> Trasferisci o inizializza iPhone
e seleziono Inizializza contenuto e Impostazioni
. L’idea, come dicevo qualche riga fa, era di resettare prima l’iPhone XR allo stato di fabbrica per poi sincronizzarlo con il 7.
Ma qui iniziano i problemi, perché dopo il reset e l’inizio del processo di trasferimento del contenuto del 7 sull’XR, il nuovo telefono mi comunica che non può essere attivato. Penso ad un problema momentaneo, riavvio l’iPhone XR e riprovo, ma… niente.
A questo punto collego l’iPhone al Mac, riparto da zero e provo di nuovo, ma per quanto mi sforzi non c’è verso di attivare l’iPhone XR.
A un certo punto compare un messaggio che mi informa che l’iPhone deve essere aggiornato prima di poterlo collegare al Mac (strano, al primo collegamento non mi ha detto niente). Accetto l’invito, ma anche dopo questo l’aggiornamento l’attivazione dell’iPhone fallisce.
L’ultima possibilità è entrare nella modalità di ripristino (o recovery mode) dell’iPhone. Per farlo nei modelli più recenti bisogna spegnere l’iPhone, premere brevemente prima il tasto Volume Su
e poi il Volume Giù
, e infine premere il tasto di accensione tenendolo premuto finché sullo schermo dell’iPhone non compare l’immagine che invita a collegarlo al Mac con un cavo (per gli altri modelli, basta leggere qui).
A questo punto macOS mi informa che l’iPhone ha un problema e che deve essere aggiornato oppure resettato.
Provo ad aggiornarlo, e macOS scarica la versione più recente di iOS,
la installa sull’iPhone XR apparentemente senza intoppi,
ma poi si blocca di nuovo al momento dell’attivazione.
La stessa cosa succede se ricollego l’iPhone XR in modalità ripristino e provo a resettarlo invece che ad aggiornarlo.
Insomma, sembra proprio che il mio iPhone XR non voglia più saperne di attivarsi. Dubito che il telefono abbia origini opache, perché inserendo il numero di serie in Check Device Coverage di Apple sembra tutto a posto, e poi non bisogna dimenticare che, appena acceso, l’iPhone si è attivato regolarmente.
È più facile che sia un problema hardware, magari perché il tecnico che ha revisionato il telefono prima di venderlo ha fatto dei pasticci che, dopo qualche minuto di uso (e di riscaldamento), hanno danneggiato il telefono.
La cosa migliore è chiedere il reso ad Amazon, che me lo concede senza problemi dopo una breve chiacchierata online con un operatore davvero gentile. Mentre aspetto la conclusione della procedura di reso trovo, sempre su Amazon, degli iPhone XR rigenerati da 128 GB a pochi euro in più di quello che ho pagato il modello da 64 GB, e a quel punto è inevitabile passare alla capacità superiore.
Inutile dire che la procedura che mi ero prefissato fin dall’inizio (configurazione di base dell’iPhone XR, reset allo stato di fabbrica e, finalmente, sincronizzazione con l’iPhone 7) questa volta va a buon fine senza intoppi, confermando ancora di più che il problema con il primo XR era di natura hardware e non software.
Al di là dell’esperienza personale, c’è una morale in questa storia?
Uno dei motivi per scrivere questo articolo era quello di mostrare che ci sono parecchi metodi per far funzionare un iPhone recalcitrante, in particolare la modalità di ripristino, che è poco conosciuta ma molto efficace. Qui non ha funzionato perché i problemi erano altri, ma in passato mi ha risolto più di un problema.
L’altro motivo era quello di descrivere una pratica, quella di resettare allo stato di fabbrica i gadget informatici che ci passano per le mani (in particolare quelli rigenerati o comunque usati) e reinstallare da zero il sistema operativo, utile a partire da un sistema sicuramente pulito, da configurare esattamente come vogliamo.
In questo caso, questa abitudine potrebbe essere servita anche ad individuare un problema hardware, forse perché lo stress dovuto alle reinstallazioni e ai riavvii dopo giorni o settimane di stop ha messo in evidenza qualche problema ai componenti elettronici che altrimenti si sarebbe presentato solo più tardi, magari a garanzia scaduta.
Purtroppo, al di là delle esperienze personali (sempre utili ma troppo limitate), ci vorrebbero dei dati sistematici per confermare o meno l’ipotesi (anche se quello che si sa relativamente al tasso di rottura nel tempo dei componenti elettronici ci dice che questa ipotesi non è proprio campata in aria) e invece la mia è stata solo fortuna.
Ma in ogni caso è una abitudine che non fa male, quindi perché non usarla?