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Schede perforate: Operazione al PC

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 11-Dec-2022 · 2 minuti di lettura
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Fonte: Jim Varga su Unsplash.

Il computer era girato sul fianco, per terra. Avevo tolto il pannello laterale e stavo guardando l’interno. Ogni volta che apro un PC mi chiedo il senso di tutto quello spazio inutilizzato, un case grande la metà sarebbe quasi sempre più che sufficiente, ma agli utenti il computer piace grande e grande sia.

“Ma sei sicuro di saperlo fare?” Le parole della collega mi penetrarono nella schiena, più fredde di un ghiacciolo d’inverno. Avrei voluto risponderle “Ma sì hai ragione, lasciamo stare, chiama l’assistenza e fatti cambiare la scheda grafica da loro”, ma non potevo dargliela vinta, soprattutto a quella cretina che sapeva a malapena accendere il computer.

Sapevo molto bene come lavorava, da anni ed anni sempre la stessa solfa, un Linux stravecchio, un monitor da 15” che sapeva di vintage, un terminale nella metà superiore dello schermo con l’editor aperto, un altro nella metà inferiore che usava per compilare ed eseguire il suo codice Fortran. Mai uno scatto d’ala, mai un cambiamento. La sua collega di stanza non era da meno, passava il tempo a confrontare i risultati prima e dopo ogni modifica al programma a cui lavoravano entrambe da una vita, una operazione noiosissima che svolgeva rigorosamente ad occhio, riga per riga, diff per lei era un oggetto sconosciuto, meld una parolaccia.

Per ogni nonnulla chiamavano il pusher dell’assistenza tecnica che, a caro prezzo, risolveva loro tutti i problemi del momento. Le avevo sentite chiedergli perfino di accendergli un nuovo computer appena arrivato, perché loro non volevano rischiare di far danni.

Questa volta era la scheda grafica che non voleva più saperne di funzionare e, stupidamente, mi ero offerto di cambiargliela io stesso. C’era già una scheda di ricambio, nel mio mondo non aveva senso perdere una settimana per far riparare un computer quando si poteva fare da soli. Ma imparai subito che aveva ancora meno senso doverlo fare ritrovandosi sulla spalla una spada di Damocle di diffidenza.

Alla fine non la degnai di una risposta, pensai solo: “Ora ti faccio vedere se sono capace.” Presi il cacciavite, staccai la vecchia scheda grafica e la sostituii con quella di ricambio. Il tempo di ricollegare i cavi e di riaccendere ed era tornato tutto come prima.

Mi ripromisi di non farlo mai più.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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