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Ventoy, il boot manager per i geek curiosi - Installazione e uso

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 14-Nov-2022 · 14 minuti di lettura
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Come dicevo nella prima parte, Ventoy è un programma open source che fa una cosa sola, ma la fa molto bene: avviare le immagini in formato iso contenute nella chiavetta USB (o nel disco SSD esterno) su cui è installato.

E allora, dopo avervi incuriosito (spero!), vediamo come si installa e si usa Ventoy.

Tutte le descrizioni che seguono si basano su una installazione di Ventoy in una macchina virtuale di Parallels Desktop (da 32 GB, per essere precisi). Ho usato questo sistema perché è più facile fare degli screenshot decenti, ma posso garantire che tutto quello che dirò può essere replicato al 100% su una chiavetta USB reale.

Installazione di Ventoy

Per installare Ventoy, la prima cosa da fare è copiare l’immagine iso della versione più recente sulla chiavetta USB. A questo scopo, consiglio di usare balenaEtcher che funziona molto bene e gira perfettamente sulla triade Linux/macOS/Windows. In alternativa si possono usare UNetbootin o Rufus, ma quest’ultimo gira solo su Windows.

Usare balenaEtcher è facilissimo, basta lanciare il programma e seguire la procedura guidata, selezionando nella prima schermata la chiavetta USB da utilizzare,1 e nella seconda l’immagine iso di Ventoy. L’unica cosa su cui stare davvero attenti è la scelta della chiavetta. Per fortuna balenaEtcher non ci fa sovrascrivere il disco da cui abbiamo effettuato l’avvio del sistema operativo ma, se oltre alla chiavetta USB abbiamo altri dischi esterni, è meglio prendersi qualche momento e controllare con cura di aver scelto il disco giusto.

Una volta completata la copia dell’immagine iso di Ventoy, bisogna riavviare il PC dalla chiavetta USB per installare e configurare il programma. I dettagli su come avviare il computer da una unità USB cambiano da PC a PC, ma in genere si usa un tasto speciale (quasi sempre F2, F12 oppure DELETE) per accedere al BIOS o all’UEFI e selezionare la chiavetta USB come disco di avvio principale, oppure un’altro tasto (in genere ESC o F10, ma ogni produttore di PC e di schede madri ha le sue idee) per far comparire un menu da cui scegliere il disco di avvio.

Per pigrizia ho sempre usato Ventoy su dei normali PC e non ho mai provato ad usarlo su un Mac Intel, ma non c’è motivo perché non funzioni. In questo caso, bisogna solo ricordarsi di avviare il Mac premendo il tasto ALT (⌥), scegliendo come disco di avvio la chiavetta USB su cui è installato Ventoy.

Ventoy usa di default il cinese come lingua dell’interfaccia. È una cosa piuttosto strana visto che è un programma destinato chiaramente ad un pubblico internazionale, ma è così.

Per fortuna è molto facile passare ad una lingua per noi più comprensibile, come l’italiano o l’inglese. Quando posso, io preferisco usare l’inglese, perché le traduzioni spesso stravolgono il significato di certi termini,

ma per chi vuole è disponibile anche l’interfaccia nella nostra lingua.

Arrivati a questo punto, si tratta di cliccare su Device e scegliere il dispositivo su cui installare Ventoy, che chiaramente deve essere la chiavetta USB. Se sbagliate la scelta del dispositivo correte il rischio di danneggiare qualche altro disco del vostro computer, per cui fate molta attenzione alla dimensione del dispositivo in GB, che deve corrispondere a quella della vostra chiavetta.

Se per qualche motivo non trovate la chiavetta USB fra i dispositivi elencati, cliccate sulla voce di menu Opzioni e selezionate “Visualizza tutti i dispositivi”. Ora la chiavetta dovrebbe comparire senza problemi.

Bisogna ora premete il tasto Install per installare Ventoy sulla chiavetta. Comparirà, e per ben due volte!, un messaggio che ci avvisa che la chiavetta sarà formattata, distruggendone tutto il contenuto. Ma il contenuto della chiavetta è stato già cancellato quando abbiamo copiato l’iso con balenaEtcher, per cui mi pare un avviso inutile.

Bastano pochi secondi e la chiavetta USB è pronta per essere usata.

Il processo di installazione crea due partizioni sulla chiavetta USB: una prima partizione, denominata VentoyLiveCD, contenente il programma vero e proprio, che viene eseguito automaticamente avviando il PC dalla chiavetta (in realtà, come dice lo stesso nome, più che un programma si tratta di una mini distribuzione live di Linux), e un’altra partizione, Ventoy, che occupa il resto della chiavetta e che conterrà le immagini iso dei sistemi operativi.

Copia delle iso sulla chiavetta

A questo punto bisogna spegnere il computer, togliere la chiavetta USB e riavviare il sistema operativo principale, perché prima di andare avanti con Ventoy bisogna copiare sulla chiavetta le immagini in formato iso (ma anche in altri formati) che vogliamo provare.

La chiavetta continua ad apparire al sistema operativo come una comunissima unità USB, con l’unica differenza che ora, inserendola di nuovo in una porta del computer, compariranno due dischi esterni diversi, uno corrispondente alla partizione che contiene i file del programma e l’altro da usare per le immagini iso. Distinguerli è facilissimo, il disco che ci interessa si chiama solo Ventoy ed è in questo momento completamente vuoto. L’altro disco, VentoyLiveCD, invece, non va mai toccato, anzi è preferibile espellerlo ogni volta che si copiano delle nuove iso sulla chiavetta (su macOS e Linux è sempre possibile espellere una sola partizione, non sono sicuro al 100% che si possa fare la stessa cosa con Windows).

Dopo aver copiato sul disco Ventoy le iso che ci interessano, bisogna riavviare di nuovo il computer, scegliendo questa volta la chiavetta USB come disco di avvio. Comparirà un menu con la lista delle iso presenti sulla chiavetta, più o meno come nell’immagine qui sotto.2

Uso pratico di Ventoy

Fra tutte le immagini in formato iso presenti sulla mia chiavetta, scelgo di avviare Elementary OS, che è una delle distribuzioni di Linux più curate dal punto di vista grafico e che non a caso è fortemente ispirata ai canoni visivi di macOS. Per farlo mi basta selezionare, come si vede nella immagine precedente, la distribuzione con i tasti freccia e premere Invio. Comparirà una prima schermata che mi permette di scegliere se provare o installare Elementary OS, oppure se accedere alle opzioni avanzate.

Se non faccio nulla, dopo alcuni secondi di attesa inizierà il classico processo di avvio di Linux, con il mare di scritte che scorrono velocemente sullo schermo,

alla fine del quale comparirà una prima schermata di configurazione di base di Elementary OS, dove potremo scegliere la lingua e la tastiera. Io, come al solito, scelgo l’Inglese/USA, ma con tastiera italiana.

Immediatamente dopo Elementary OS mi chiederà se voglio installare o solo provare il sistema operativo.

Io scelgo di provarlo, e poco dopo compare il desktop in tutta la sua gloria. Niente però mi impedisce di usare Ventoy per installare, invece che solo provare, Elementary OS (o una qualunque delle altre iso contenute sulla chiavetta) sul disco rigido del computer.

Una volta finita la prova, posso semplicemente spegnere il sistema operativo live, annullando tutte le modifiche al sistema e tornando di nuovo alla schermata iniziale di Ventoy.

Quanto detto vale per qualunque altra distribuzione di Linux supportata da Ventoy (cioè quasi tutte, o almeno quasi tutte quelle degne di essere usate), come si può vedere nelle schermate qui sotto riservate a BunsenLabs Linux, un’altra distribuzione di Linux che mi piace molto,

e che (ma qui divago un po’) ha la particolarità dei menu che compaiono alla pressione del tasto destro del mouse in corrispondenza della posizione del puntatore; una funzione ormai desueta (dovrebbe essere stata introdotta in NeXTSTEP, il sistema operativo progenitore di Mac OS X e macOS) ma che, una volta fatta l’abitudine, si dimostra una vera comodità.

Il discorso fatto finora può essere ripetuto pari pari tutte le altre distribuzioni di Linux supportate da Ventoy, non solo per quelle di nicchia come quelle mostrate finora, ma anche per le distribuzioni più conosciute, come è senza dubbio Ubuntu. Le immagini che seguono mostrano la sequenza di avvio della live di Ubuntu dalla chiavetta di Ventoy, partendo dal menu di avvio di Grub, per arrivare alla scelta se provare o installare Ubuntu e fino all’immagine del Desktop.

Ma quanto detto vale anche per sistemi operativi meno diffusi come FreeBSD, uno dei tanti derivati da BSD Unix, a dimostrazione dell’estrema flessibilità di Ventoy.

E Windows?

Chiaramente possiamo usare la chiavetta di Ventoy anche per installare Windows, anzi probabilmente è proprio questo lo scenario di uso più comune. Come già notato nella prima parte, in questo caso il vantaggio principale è poter avere a disposizione, in un’unica unità USB, le iso di tutte le versioni di Windows che ci potrebbero servire, potendo scegliere con comodità di volta in volta quale installare.

Inutile dire che potremo solo installare Windows, non provarlo live come si può fare con tante distribuzioni di Linux. Ma non si può avere tutto nella vita.

Gli altri strumenti integrati in Ventoy

Guardando con attenzione la schermata iniziale di Ventoy si nota la presenza di alcune opzioni attivabili con i tasti funzione della tastiera del PC, oltre alla schermata di aiuto che si richiama con il tasto h.

La prima opzione, che si richiama con F1, non ho mai avuto bisogno di usarla e non so bene se e quanto sia efficace (ma l’utilità di F1 è spiegato bene qui). F2 invece permette di elencare le iso salvate sulla chiavetta, mentre F3 cambia la modalità di visualizzazione dell’elenco di iso.

Molto più interessante è F4, con cui è possibile eseguire una scansione del disco locale alla ricerca di installazioni di Windows o Linux, che Ventoy cercherà di avviare con i suoi strumenti integrati (ed è proprio qui che Ventoy si comporta come un boot manager generico, particolarmente utile quando per qualche motivo Windows, o magari anche Linux, si rifiuta di partire).

Con il tasto F5, infine, si accede al menu Tools, che permette di configurare il programma cambiando la tastiera, la risoluzione dello schermo, il tema e così via. Non sono cose fondamentali per uno strumento come Ventoy, però ogni tanto possono servire, quindi è comodo che ci siano.

Conclusioni

In questo articolo ho cercato di descrivere dettagliatamente come usare Ventoy. L’ho fatto in modo molto puntiglioso, lo ammetto, perché programmi di questo tipo, se usati in modo sbagliato, possono fare gravi danni al computer. Si pensi a cosa può succedere se si sceglie il disco sbagliato al momento dell’installazione di Ventoy sulla chiavetta.

Ma c’è anche un altro motivo: utility di questo tipo non sono quasi mai di uso intuitivo e richiedono la lettura attenta della documentazione per essere usate al meglio (io stesso, la prima volta, ci ho messo un po’ a capire il meccanismo di installazione e di uso di Ventoy, e chiaramente non mi aveva sfiorato l’idea di leggere prima il manuale!). Un articolo come questo può rivelarsi una introduzione sufficiente all’uso di Ventoy per i normali scenari di uso, riservando la documentazione ufficiale alla soluzione dei casi particolari.

Ancora una cosa…

Prima di finire, segnalo che in rete si può trovare uno strumento integrato di diagnostica e riparazione del sistema operativo basato su Ventoy, che contiene anche una versione portatile di Windows 10 (ringrazio l’amico MailMaster C per il link). Lo strumento si chiama MediCat USB e in teoria potrebbe essere utile per riparare una installazione di Windows non più funzionante.

Diciamo però che non mi convince: il sito è realizzato in modo dilettantesco, la documentazione è assente, non c’è uno straccio di prova che i tool integrati siano quelli originali e non siano invece infettati da malware di vario tipo (mai sentito parlare di hash?). Di conseguenza, io non mi fiderei a usarlo e preferirei costruirmi uno strumento analogo in casa, scaricando le varie utility dalle fonti originali. A tempo perso potrei cercare di costruire una lista di ciò che può essere utile, spiegando come si può integrare il tutto attraverso Ventoy, ma temo che non avverrà a breve.

In ogni caso sono convinto che, in caso di malfunzionamenti sufficientemente gravi, sia meglio reinstallare Windows da zero piuttosto che provare a riparare una installazione che non funziona. Questo approccio permette tante volte di risparmiare tempo, riparare una installazione di Windows è in molti casi una impresa disperata, con il vantaggio aggiuntivo di partire di nuovo da un sistema fresco, con meno aggiornamenti da una versione all’altra di Windows, meno driver che magari non servono più, meno programmi che si avviano da soli, tutte cose che con Windows non guastano mai.

Resta il problema di come recuperare i documenti e tutti i file vari contenuti nelle cartelle dell’utente (o degli utenti) del PC. Ma per questo compito è molto più veloce, e soprattutto affidabile, usare Linux piuttosto che Windows.

L’ho fatto più volte per amici e colleghi, in alcuni casi mi trovavo di fronte a persone terrorizzate di perdere tutti i loro dati, e tutto è sempre finito bene. Una buona distribuzione live di Linux – consiglio in questo caso Ubuntu che è in grado di riconoscere in modo molto completo l’hardware del PC – avviata tramite una chiavetta preparata ad hoc o, meglio ancora, usando Ventoy, può permettere di accedere facilmente al disco del PC e di copiare in tutta tranquillità i dati utente su un disco esterno o su un NAS. Fatto questo, reinstallare Windows da zero e ritrasferire i dati utente dal disco esterno al PC, consente di tornare operativi in poco tempo e senza troppi patemi d’animo.

  1. Si può anche usare anche un disco SSD esterno, guadagnando parecchio in velocità di avvio, ma da ora in poi non lo ripeterò più. 

  2. Le directory .fseventsd e .Spotlight-V100 sono create automaticamente da macOS e sono normalmente invisibili nel Finder. Qui non servono e possono tranquillamente essere cancellate. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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