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Tutto in una scatola

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 19-Jul-2021 · 2 minuti di lettura
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Traslocare è una esperienza stressante e piuttosto deprimente, ne so qualcosa perché ne ho appena fatto uno. Ci sono voluti più di quindici giorni per mettere tutta la mia vita e quella della mia famiglia in una scatola (magari! in realtà le scatole erano tantissime) e altrettanti per ricostruire tutto nella nuova casa. Ma per fortuna ora è finita e anche il blog, dopo due mesi di stasi forzata, può tornare finalmente in attività.


Devo ammettere che in questo periodo ho avuto pochissimo tempo per seguire il mondo della tecnologia. Il WWDC mi è praticamente passato sopra la testa, mi aspettavo l’annuncio di qualche aggiornamento hardware ma bisognerà ancora avere pazienza.

Monterey però voglio provarlo (tramite Parallels), sono molto curioso di vedere come funziona l’ultimissima versione di macOS. Per farlo devo però aspettare che installino la fibra nella nuova casa (spero domani), scaricare una decina di GB con il router 4G che uso in questo momento darebbe un colpo mortale ai 50 GB mensili che mi sono consentiti.

L’annuncio più significativo arriva però dall’altra parte del mondo (informatico), con la presentazione dell’ultimissima versione di Windows, la 11. Qualche anno fa Windows 10 era stato definito come l’ultima versione di Windows, che da allora in poi sarebbe stato in costante aggiornamento senza più necessità di cambiare periodicamente “nome”. Queste decisioni possono piacere ai tecnici ma fanno storcere il naso a quelli del marketing, che hanno bisogno di annunci continui da prima pagina, anche se sono solo fumo negli occhi degli utenti.

E così eccoci a Windows 11, con le sue richieste stringenti a livello hardware che ci fanno tornare ai tempi di Windows XP Service Pack 2, che rendeva improvvisamente delle lumache i computer su cui veniva improvvidamente installato, oppure di Windows Vista, ovvero il flop più flop della storia, che per fortuna (di Microsoft) aveva richieste hardware così estreme da essere stato usato solo da pochissimi fortunati.

Ma come se non bastasse, Windows 11 girerà solo sui PC che dispongono di un modulo TPM (Trusted Platform Module). Questo modulo è presente su tutte le CPU più recenti di intel e AMD (e prima ancora veniva installato come modulo aggiuntivo sulla scheda madre), ma la sua presenza non garantisce la compatibilità con Windows 11, perché non è detto che il suo firmware soddisfi le richieste di Microsoft o che l’UEFI (l’UEFI è la versione moderna del BIOS) della scheda madre lo supporti. Cosa significherà tutto ciò per chi usa Linux è una questione ancora aperta, che merita un ulteriore approfondimento non appena se ne saprà di più.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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