hardware,

Wow!

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 4-Jun-2019 · 3 minuti di lettura
Condividi

È raro che commenti a caldo un keynote Apple (anche perché non riesco quasi mai a vederli), ma quest’anno a Cupertino si sono superati e il keynote è stato un susseguirsi di annunci scoppiettanti, fino al gran finale dedicato agli sviluppatori.

Cominciamo dal Mac Pro, di sicuro l’annuncio più atteso. Una macchina fantastica, un ritorno al passato, anzi una vera e propria inversione ad U. I progettisti hardware di Apple si saranno cosparsi il capo di tonnellate di cenere prima di mettersi al lavoro. Perché una macchina professionale da 6.000 (e molti più!) dollari deve fare i conti con il resto del mondo supportando gli standard industriali correnti, e deve essere espandibile e modificabile anche in modo estremo, per poter durare il più possibile e diluire nel tempo il pesantissimo investimento economico necessario per venirne in possesso.

E poi c’è iPadOS che, da quanto si è visto, potrà dare finalmente all’iPad il sistema operativo che merita, con un vero multitasking, un copia e incolla efficace, un filesystem degno di questo nome, capace di vedere anche i dischi del Mac. Senza dimenticare, quanti anni ci sono voluti?, il supporto per le chiavette e i dischi esterni USB.

Per quanto riguarda macOS, iTunes sarà spacchettato in tre applicazioni coerenti dedicate alla musica, ai video e ai podcast, mentre mi pare di aver capito (ho avuto un momento di distrazione) che i dispositivi iOS saranno gestiti direttamente dal Finder.

Ci sono stati annunci apparentemente minori, ma che testimoniano l’attenzione di Apple per la sicurezza e l’accessibilità. Ricordo su tutti la nuova “Sign in with Apple”, che permetterà di accedere a tanti siti web in modo molto più sicuro che usando Google o Facebook (una cosa, quest’ultima, da evitare il più possibile). Geniale l’idea d farlo tramite degli indirizzi email generati in modo casuale e diversi per ciascun sito. I wow di cui era costellato il keynote qui sono stati pienamente meritati.

E poi Mappe finalmente rivisto, la funzione “Find My” che funziona anche a MacBook spento sfruttando una modalità Bluetooth a basso consumo che comunica anonimamente la posizione ai dispostivi iOS nelle vicinanze (anche qui il wow era più che meritato), l’iPad utilizzabile come secondo schermo del Mac, la tastiera iOS a scorrimento (ci voleva tanto?).

Ma il gran finale è stato dedicato a Swift e XCode, in perfetta sintonia con lo spirito di una conferenza dedicata agli sviluppatori. Swift acquista lo status di linguaggio primario di sviluppo per tutte le piattaforme Apple, con un nuovo framework grafico, Swift UI, che sembra quasi scrivere il codice da sé (non sarà di sicuro facile come sembra, ma è comunque un bel passo avanti).

L’integrazione fra l’ambiente di sviluppo e i dispositivi fisici su cui testare le app in corso di sviluppo è stata migliorata al punto tale che le modifiche al codice si trasferiscono in modo pressoché istantaneo al dispositivo iOS collegato, semplificando e velocizzando notevolmente il debug dell’applicazione.

Infine, XCode permetterà di generare, partendo dalla stessa base di codice, applicazioni che girano su tutte le piattaforme Apple, anche se non è chiaro se XCode produrrà un’unica applicazione universale (come ai tempi della transizione da PowerPC a Intel), compatibile con processori ARM e Intel e con iOS, iPadOS e macOS, oppure applicazioni specifiche per le diverse piattaforme.

Di transizione dei Mac da Intel a ARM, almeno per quest’anno, non si è parlato.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
Commenti

Aggiungi un commento