[youtube https://www.youtube.com/watch?v=dfqEab9oCp0]
Scrivere di Bora Bora mi piaceva moltissimo, purtroppo la leggevano solo pochi frequentatori di Melabit e ho preferito lasciar perdere. Ma negli ultimi giorni alcuni di loro mi hanno sollecitato a riprendere la serie, sono fra i lettori più affezionati del blog, come potevo dire di no?
E quindi eccoci qui di nuovo alle prese con la musica da portarsi dietro in un viaggio di sola andata per Bora Bora. In questo periodo i viaggi su Marte sono ancora più hot, ma io, scusate tanto, continuo a preferire il clima del Pacifico.
Per la prima puntata di questa nuova serie ho scelto di nuovo, e non a caso, i Pink Floyd. Il gruppo inglese è stato la mia svolta musicale. Andavo alle medie e guardavo con curiosità i ragazzi più grandi di me andare in giro con uno strano disco con un prisma in copertina. Me lo feci prestare, lo misi sul giradischi e… scoprii un mondo nuovo. Allora avrei fatto carte false per andare ad un concerto dei Pink Floyd, ma per i miei quei musicisti geniali erano solo dei capelloni puzzolenti, figuriamoci se sarebbero mai stati disposti a pagarmi il viaggio (è stupefacente vedere quanto mio padre oggi, a 87 anni, sia molto più avanzato di quanto fosse allora).
Il brano di oggi l’ho trovato per caso su YouTube, per essere precisi me l’ha proposto l’intelligenza artificiale del programma, che ormai conosce i miei gusti musicali meglio di me stesso. È una versione da studio e ancora senza orchestra di Atom Heart Mother, la title track del disco omonimo, che segnò la svolta fra la psichedelia pura degli inizi e il progressive rock così in voga nella Gran Bretagna dei primi anni ‘70.
Questa versione di Atom Heart Mother mi ha catturato sin dal primo ascolto, è molto più fresca e originale di quella pubblicata sull’album ufficiale, con il coro e l’orchestra di fiati che non ho mai potuto soffrire. La batteria di Nick Mason è monumentale, Richard Wright alle tastiere è… il solito grande Richard Wright, i due uomini immagine del gruppo, Waters e Gilmour, per una volta hanno il ruolo di onesti comprimari (ma che comprimari!)
Oltre che su YouTube, potete trovare questo brano nel mega cofanetto Pink Floyd, The Early Years 1965-1972, 27 fra CD, DVD e dischi Blue Ray con materiale inedito, demo, video di concerti. Una chicca per tutti gli appassionati dei Pink Floyd, venduta purtroppo ad un prezzo più che proporzionale alla mole del materiale disponibile. Per fortuna sono in vendita anche i volumi singoli, che permettono di distribuire la spesa nel tempo.1
E per chi vuole fare il confronto, ecco qui una versione live di Atom Heart Mother con orchestra e coro, registrata ad Hyde Park nel 1970 e molto simile a quella dell’album, peccato che l’audio (ma anche il video) sia di pessima qualità.
E come bonus finale, Nothing Part 14, l’abbozzo iniziale di Echoes, sempre contenuto nel mega cofanetto in questione, con un video di accompagnamento che per una volta vale la pena di guardare fino in fondo.
Buon ascolto e buona domenica.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=WiyuG20bhO4]
Post scriptum. Spero di fare cosa gradita inserendo i link a tutte le puntate della serie originale. Dopo tanti anni, alcuni link potrebbero essere non più disponibili, se me li segnalate nei commenti cercherò di trovarne qualcuno più aggiornato.
- Playlist per Bora Bora: Echoes
- Playlist per Bora Bora: Riders on the Storm
- Playlist per Bora Bora: A Plague of Lighthouse Keepers
- Playlist per Bora Bora: A Desert on Fire
- Playlist per Bora Bora: Time After Time
- Playlist per Bora Bora: The House of the Rising Sun
- Playlist per Bora Bora: Una ragione di più
- Playlist per Bora Bora: The Trinity Sessions
- Playlist per Bora Bora: Cortez the Killer
- Playlist per Bora Bora: E fu la notte
- Playlist per Bora Bora: Edizione estiva
- Playlist per Bora Bora: Maggot Brain
- Playlist per Bora Bora: Hard Sun
- Playlist per Bora Bora: Aria
- Playlist per Bora Bora: One Voice Many
- Playlist per Bora Bora: Brian Boru
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Pink Floyd, The Early Years si trova anche su iTunes, ma in questo caso il supporto fisico è davvero un’altra cosa. ↩