tecnologia,

Pensieri d'agosto 2

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 23-Aug-2018 · 2 minuti di lettura
Condividi

Negli ultimi anni la Puglia ha portato avanti un piano intelligente di produzione di energia pulita attraverso l’installazione di centinaia di pale eoliche. Non so se, come sostiene qualcuno, la regione abbia raggiunto l’autonomia energetica, ma la quantità di energia rinnovabile prodotta è comunque molto rilevante. La maggior parte delle pale è stato installata al confine fra la Puglia e la Campania, in una regione collinare spoglia e poco popolata, nota più che altro per bollettini meteo sempre allarmanti, “… attenzione, nebbia in banchi fra Grottaminarda e Candela”.

Le pale eoliche producono energia pulita, non hanno i problemi di smaltimento dei pannelli solari, non saranno bellissime da un punto di vista estetico ma, se vengono installate in aree non particolarmente pregiate dal punto di vista naturalostico naturalistico, alla fine producono più benefici che danni.

Tutti contenti? Nemmeno per sogno! I critici ostili alle pale eoliche non si contano. Perché non sono belle da vedere, perché sono rumorose, perché fanno venire le vergini vertigini agli anziani, perché gli uccelli possono incappare nelle pale ed esserne stritolati, perché sono state affidate in gestione ai privati e non allo stato.

Quasi tutte le eccezioni sono risibili, come se una centrale termoelettrica o – Dio ce ne scampi! – nucleare non faccia danni di gran lunga peggiori alla natura e al territorio.

Per quanto riguarda la gestione degli impianti, non sono un fanatico delle privatizzazioni, anzi, ma vorrei che questi sapere da questi critici a comando quali sono le altre attività di produzione o di gestione dell’energia gestite oggi dallo stato (domanda retorica: nessuna). E quali sono le grandi (e piccole) opere fatte in questo Paese che non presentano dei risvolti opachi. Queste almeno funzionano e fanno fino in fondo quello per cui sono state progettate.

L’energia in qualche modo dobbiamo produrla. Meglio produrla in modo pulito e rinnovabile, almeno nei limiti delle tecnologie attuali, o sfruttare fino all’ultima goccia di petrolio o all’ultimo pezzettino di carbone, riempiendo l’ambiente di veleni ma evitando di urtare la sensibilità di certi occhi o orecchie? Non si può dire sempre di no e aspettarsi che queste non-decisioni prima o poi non ci si ritorcano contro.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
Commenti

Aggiungi un commento