Un circuito elettronico è progettato per funzionare con valori ben precisi di tensione di alimentazione e di corrente elettrica, ma può tollerare deviazioni più o meno grandi dei parametri di progetto. Se in condizioni normali nel circuito fluisce una corrente di 100 mA (milliAmpere, equivalente a un flusso di $latex 6 \times 10^{17}$ elettroni al secondo), posso aumentare tranquillamente la corrente fino a 120 mA senza che succeda niente. Se sono fortunato e se ho fatto le cose per benino, il circuito continuerà a funzionare anche se la corrente arriva a 150 e magari anche a 200 mA.
Ma non posso aumentare la corrente all’infinito. A un certo punto tutti questi elettroni che vanno a spasso per il mio circuito inizieranno a scaldare gli elementi che compongono il circuito elettronico e i fili che li collegano, senza che l’aria che li circonda riesca a portare via tutto il calore in eccesso. Il calore si accumula e alla fine inevitabilmente qualcosa si rompe e il circuito smette di funzionare.
Posso metterci una pezza cercando di portare via il calore con dei dissipatori montati sugli elementi più sensibili o con delle ventole che rimuovono l’aria calda accumulata nel contenitore. Ma non c’è niente da fare, se passa troppa corrente rispetto a quanto previsto in sede di progetto è inevitabile che prima o poi avvenga un patatrac.
Invece di provare ad aggiustare un progetto diventato inadeguato, la cosa più logica sarebbe costruire un circuito nuovo di zecca che possa sopportare un flusso maggiore di corrente oppure modificare radicalmente il vecchio circuito, utilizzando dei componenti adatti a sopportare sollecitazioni elettriche e termiche più elevate.
Quello che succede quando troppi camion passano su un vecchio ponte è poi così diverso?