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Ai miei tempi...

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 3-Jun-2018 · 2 minuti di lettura
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Mi hanno sempre incuriosito quelli che rimpiangono i bei vecchi tempi, l’età dell’oro della loro gioventù, ormai tramontata definitivamente e sostituita da novità incomprensibili e negative a prescindere.

Lo dicevano i miei genitori, “Ai miei tempi la scuola sì che era una cosa seria, i ragazzi di oggi invece…” Sono sicuro che lo dicessero (a loro) i miei nonni, “Ai miei tempi la scuola sì che era una cosa seria, i ragazzi di oggi invece…”

E lo dicono oggi tanti parenti ed amici, “Ai miei tempi la scuola sì che era una cosa seria, i ragazzi di oggi invece…”

Io mi sono sempre limitato a prendere in giro mia moglie (che lo dice anche lei ogni tanto), oppure a farlo notare senza troppe speranze a cena o davanti alla macchinetta del caffè.

XKCD invece è andato a cercare quello che scrivevano i giornali della fine dell’ottocento e dei primi anni del ‘900 dei tempi moderni e dei nuovi costumi dell’epoca, e ne ha fatto una vignetta che vale più di un ponderoso saggio universitario.

Prendete questa citazione del 1871, “L’arte di scrivere una lettera sta morendo rapidamente. Quando una lettera costava nove pence, sembrava giusto fare in modo che valesse nove pence… Oggi invece pensiamo di essere troppo impegnati per questo tipo di corrispondenza vecchio stile, e inviamo una moltitudine di note brevi e veloci, invece di sedere e avere una bella conversazione con un vero foglio di carta.”

Qesta molto simile del 1915, “Cent’anni fa spedire una lettera impiegava tanto tempo e costava tanto denaro che sembrava necessario metterci dentro qualche pensiero. Oggi la velocità e l’economicità della posta sembra giustificare l’impressione che una breve lettera oggi può essere seguita da un’altra la settimana prossima, una riga oggi da un’altra domani.”

Oppure quella che preferisco in assoluto, da un articolo del 1907, “La famiglia moderna oggi si raduna in silenzio attorno al fuoco, ciascuno con la testa immersa nella rivista preferita, e la conseguenza naturale dell’aver messo al bando a scuola l’arte della conversazione.”

Sostituite “lettera” con “messaggio“ e “rivista” con “cellulare” e ditemi se non vi ricorda qualcosa.

P.S. Con questo siamo arrivati a 300 post. C’è voluto un anno per scrivere i primi 100 post del blog, un anno e mezzo per arrivare a 200 e quasi altri due anni per arrivare a scrivere il trecentesimo. I tempi si allungano, ma i post diventano anche sempre più lunghi. Preferite così o pensate che sia meglio scrivere meno ma più spesso?

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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