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Da melabit a melabit: introduzione

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 16-Apr-2018 · 4 minuti di lettura
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Come promesso, con questo post inizia la descrizione quasi in tempo reale del passaggio del blog da WordPress.com ad un servizio di hosting più flessibile.1

Come ho già scritto tempo fa, WordPress.com offre un servizio impeccabile, comodissimo per chi vuole iniziare ad avere una presenza sul web. Il servizio è affidabile e ragionevolmente veloce, gli aggiornamenti sono automatici, praticamente non bisogna occuparsi di nulla tranne che di scrivere. È veramente difficile chiedere di più ad un servizio gratuito come questo.

Il vero limite di WordPress.com, che tutto sommato è anche la sua forza, è la mancanza di flessibilità. Con l’account gratuito non si possono installare altri plugin oltre a quelli previsti da Automattic, l’azienda che gestisce lo sviluppo e la commercializzazione della piattaforma di blogging (open source) più diffusa al mondo.

Una cosa comprensibile per motivi di sicurezza e affidabilità, ma che naturalmente dopo un po’ risulta troppo limitante, perché impedisce di estendere le funzioni del blog oltre i confini ristretti stabiliti da Automattic.

Idem per i temi. WordPress.com ne offre parecchi, sia gratuiti che a pagamento e ad un prezzo più che onesto, ma oltre quelli non si può andare, prendere o lasciare.

Infine c’è la questione della pubblicità, di cui ho scritto di recente, con annessi servizi di profilazione di ciò che i frequentatori del blog fanno online. Forse quello che è successo ad alcuni lettori può essere considerato un evento eccezionale o particolarmente sfortunato. Ciò non toglie che la presenza di annunci pubblicitari alla fine degli articoli, pur se giustificabile,2 falsa un po’ troppo l’immagine del blog, e lo mette quasi sullo stesso piano di quelle decine e centinaia di siti che ospitano contenuti raffazzonati alla bell’e meglio con il solo scopo di guadagnare dagli annunci che ne infarciscono le pagine.

Per tutte queste ragioni è arrivata l’ora di cambiare, passando ad un servizio di hosting che consenta di gestire in proprio la piattaforma e di utilizzare finalmente il nome di dominio personale, melabit.com, lasciato in sospeso per troppi anni.

In linea di principio, la cosa più semplice sarebbe quella di utilizzare uno dei piani a pagamento offerti da WordPress.com. Purtroppo dei tre piani disponibili i primi due, Personale e Premium, offrono (molto) poco di più rispetto al piano gratuito e praticamente servono solo per rimuovere la pubblicità e per usufruire di un dominio personalizzato e dei temi premium. Mentre il piano Business, l’unico che consente di installare tutti i plugin e i temi che si desidera, a 25 euro al mese è decisamente troppo caro per un piccolo blog come questo, costruito nei ritagli di tempo e con il solo scopo di mettere a disposizione qualche contenuto di buona (si spera!) qualità.

L’unica opzione ragionevole è quindi di cercare un servizio di hosting con un buon rapporto qualità/prezzo e una affidabilità provata, e che naturalmente permetta di far girare la piattaforma software scelta per il blog.

Ma questa è una storia che riguarda la prossima puntata.

P.S. Questo post l’ho scritto a mano in macchina, mentre aspettavo mia figlia. Una esperienza molto vecchio stile ma anche molto efficiente, ci ho messo meno di mezz’ora a buttarlo giù. Perché a mano posso scrivere malissimo (io stesso a volte riesco a capire a fatica quello che ho scritto) ma molto più velocemente che con la tastiera. Perché tanto so di dover copiare il testo sul computer e quindi non mi preoccupo troppo degli errori. Perché tutte le correzioni e gli spostamenti del testo di vedono chiaramente, e si continua a vedere anche il testo originale non corretto (una specie di controllo di versione rudimentale). Una esperienza da ripetere (e di cui riparlare, più avanti).

Da melabit a melabit, la serie completa degli articoli

  1. Ma anche più complesso da gestire. 

  2. Automattic dovrà pur cercare di recuperare, almeno in parte, i costi del servizio gratuito. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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