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Tutto qui, un anno dopo

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 22-Oct-2017 · 2 minuti di lettura
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Beth Jusino, Flickr.

È già passato un anno dalla presentazione dei MacBook Pro 2016, sui quali ho scritto parecchio e in modo sempre sfavorevole. Non mi convinceva la tastiera, i connettori, le prestazioni, la scarsità di RAM, tutti fattori molto negativi in macchine che dovrebbero essere destinate ad usi professionali. Anche il mini aggiornamento di metà 2017 non ha cambiato sostanzialmente le cose.1

È passato un anno e mi dispiace dover confermare al 100% l’opinione iniziale, soprattutto dopo aver letto tante esperienze di utenti che li hanno incautamente acquistati.

Basta qualche granello di polvere per impedire alla tastiera a farfalla di funzionare, e non sono casi isolati, ci sono centinaia di segnalazioni sul sito ufficiale di supporto Apple. E quel che è peggio, nei casi più ostinati la tastiera non può essere sostituita, ma bisogna cambiare tutta la parte superiore del portatile. Tutta! C’è perfino una canzoncina che ironizza sul problema.

Nessuno ha ancora dovuto affrontare la spesa, non è ancora passato un anno e tutti i MacBook Pro 2016 venduti finora sono ancora coperti dalla garanzia, ma cosa succederà fra un mese o due? Quanto saranno contenti i primi clienti di sapere che cambiare la tastiera viene a costare 700 dollari, praticamente la metà del prezzo totale del modello base?

Ma anche nell’uso normale non è che tutto fili liscio, rumori strani dagli altoparlanti, problemi al trackpad o alla scheda grafica, batteria che dura molto meno di quanto dovrebbe.

E come ciliegina sulla torta, il sogno impossibile dell’USB-C, di cui ha scritto pochi giorni fa Marco Arment, sviluppatore (Tumblr e Instapaper sono suoi prodotti) e blogger intelligente e appassionato del mondo Mac. I MacBook Pro 2016/2017, così come i MacBook normali corrispondenti, hanno solo porte USB-C, la porta di connessione standard (?) del futuro, il cui vero valore aggiunto è quello di supportare anche la connessione Thunderbolt.

La realtà è un marasma tremendo: ci sono porte USB-C con Thunderbolt e porte che non ce l’hanno. E quando Thunderbolt è presente, non è detto che funzioni a piena velocità, dipende da quale porta si sceglie di usare. E poi ci sono i cavi, qualcuno supporta Thunderbolt, qualcun’altro solo USB; sfido chiunque a ricordarsene quando deve afferrare un cavo di corsa prima di viaggio (o di una riunione di lavoro). Con tanti saluti all’idea, teoricamente ineccepibile, di unificare tutto in un sola connessione.

  1. A giugno Apple ha inserito il processore che avrebbe dovuto avere il modello originale. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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