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iPhone X, il futuro dello smartphone

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 21-Sep-2017 · 4 minuti di lettura
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Che dire del keynote Apple della settimana scorsa?

Sull’iPhone 8 solo qualche parola. Se ho contato bene questa è l’undicesima generazione di iPhone: nuovo vestito, questa volta di vetro, nuovo processore, nuovo display grafico, caratteristiche generali migliorate rispetto al modello dell’anno precedente. Un aggiornamento annuale ormai quasi scontato. Apple è praticamente obbligata a far uscire ogni anno un nuovo modello di iPhone, altrimenti gli analisti si annoiano, il titolo cala e la rete ribolle di sciocchezze sulla perdita di innovazione in casa Apple…

Idem per l’Apple Watch 3. La possibilità di effettuare telefonate direttamente dall’orologio, utilizzando lo stesso numero di telefono del nostro iPhone, è (potenzialmente) interessantissima. Ma per ora la funzione è supportata in Europa solo in Francia, Germania, Inghilterra e Svizzera, l’Italia è esclusa. Dovremo aspettare almeno fino al prossimo anno per poterla usare anche qui da noi.

Il mattatore indiscusso del keynote è stato l’iPhone X (accidenti a loro, l’hanno chiamato veramente così!), l’iPhone del decennale, il futuro dello smartphone (e lo smartphone del futuro), la one more thing che cambia i giochi per sempre.

L’iPhone X è un concentrato di tecnologie avanzate, quelle che arriveranno sugli apparecchi normali solo fra due-tre anni, quando saranno state testate su larga scala, maturate e rese più economiche da produrre. È una specie di concept car dell’elettronica.

OLED. La tecnologia esiste da anni, gli schermi OLED sono nettamente migliori degli LCD ma costano parecchio e quindi sono poco diffusi. L’iPhone X può essere un ottimo mezzo per uscire da questo stallo.

Riconoscimento facciale. Bisogna aspettare la prova sul campo per superare le inevitabili perplessità relative al Face ID, a livello di sicurezza – il sistema di riconoscimento facciale del Samsung Galaxy S8 è stato compromesso immediatamente, il riconoscimento dell’impronta digitale non se la passa meglio, e perfino quello che finora era il sistema biometrico più avanzato, il riconoscimento dell’iride del solito Galaxy S8, è stato craccato in appena un paio di giorni di prove – ma anche di privacy. Craig Federighi ha detto esplicitamente che tutto quello che riguarda il Face ID rimane sull’iPhone, però una verifica indipendente non può che essere benvenuta.

A parte questo, un sistema a rete neurale contenuto in un apparecchio mobile ha prospettive così ampie da essere ancora impensabili. È probabile che le prime saranno in campo medico, con la diagnosi a distanza di patologie invalidanti o l’avviso precoce nel caso di infarti, ischemie o ictus.

Ma la possibilità di analizzare e riconoscere in tempo reale e in modo intelligente qualunque cosa direttamente dallo smartphone apre possibilità estremamente interessanti in tanti altri campi, dall’ambiente alla conservazione del territorio. Ma la fantasia degli sviluppatori andrà molto oltre, e non solo per le applicazioni serie.

Notch. Della tacca superiore con i sensori ha già parlato molto bene Marco Arment. Io non condivido al 100% quello che scrive – il notch sullo schermo non è proprio una novità e comunque mi sembra poco pratico nell’uso reale – però di design ne capisco zero e quindi lascio ad altri queste valutazioni.

Fonte: Macworld.com.

Ricarica wireless. Lasciatemelo dire, per com’è implementata ora (e non solo da Apple), la ricarica wireless è solo un gimmick inutile. Mi sfugge il vantaggio di ricaricare l’iPhone appoggiandolo sul tappetino AirPower rispetto ad usare il solito cavetto.1 Il tappetino continua ad avere un cavo che lo collega al suo alimentatore ed è più ingombrante e scomodo (ci vuol poco a spostare per sbaglio l’iPhone impedendogli di ricaricarsi) di un banale hub di ricarica multipla come questo o quest’altro.

Dalla sua la ricarica wireless oggi ha solo l’effetto wow, il poter lasciare amici e conoscenti a bocca aperta sfoggiando l’ennesimo gadget tecnologico. Ma per diventare veramente utile ci vuole ben altro, ci vuole la possibilità di ricaricare i propri apparecchi semplicemente appoggiandoli sul tavolo o, meglio ancora, rimanendo nella stanza. Non è una cosa di domani, ma non siamo nemmeno troppo lontani da avere una ricarica wireless in tutta la casa (anche ENEL sta testando un sistema di questo tipo, ma non trovo più il riferimento).

Guardate questo video e poi ditemi se un tappetino come l’AirPower non sembrerà fra pochi anni quasi una roba da Antenati?

  1. È più o meno come se il Wi-Fi di casa funzionasse solo mettendo l’iPhone sul router. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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