Gli utenti del Mac sono fortunati, possono usare la migliore combinazione disponibile di hardware e software.
L’hardware non è sempre aggiornato come si deve (si veda il disgraziato MacBook Pro del 2016 o il derelitto Mac Pro cristallizzato al 2013), però è sempre costruito in modo impeccabile e, cosa che conta ancora di più, assolutamente affidabile.
Ma il vero valore aggiunto della piattaforma è il software, in particolare il sistema operativo, macOS o OS X che dir si voglia, una combinazione di potenza e di gradevolezza grafica che non ha eguali fra i concorrenti.
Abituarsi ad usare macOS rende picky, esigenti e difficili da soddisfare. Non a caso è molto più facile che un utente Windows passi al Mac, piuttosto che il contrario.1 Una volta abituati a certe comodità di macOS è difficile tornare ad usare un sistema operativo molto più rozzo come Windows.
Windows 10, bisogna ammetterlo, ha fatto passi da gigante rispetto alle versioni precedenti. Anche se Microsoft ha giocato sporco forzando i suoi utenti ad usare Windows 10 – una cosa forse necessaria dopo il terribile flop di Windows 8 – quello che ha in mano è, per una volta, un prodotto decente.
Nonostante tutto, però, Windows 10 conserva tante ruvidezze che il normale utente Microsoft non nota, ma che appaiono come dei veri macigni a chi è abituato ad usare il Mac come piattaforma principale.
Un bell’articolo di Christian Cantrell, noto sviluppatore Adobe, elenca ben 12 funzioni molto apprezzate ed usate dagli utenti di macOS, ma che sono totalmente assenti in Windows 10 (gli americani hanno una passione sfrenata per le liste, il meglio di, il peggio di, qualunque cosa deve essere elencata ordinatamente).
Ne riporto alcune qui di seguito, scelte fra quelle che trovo più indispensabili nell’uso quotidiano del Mac.
Quick Look. Una funzione straordinaria di macOS sin dai tempi di Leopard. Quando ci si abitua a guardare un file semplicemente premendo lo spazio, non se ne può più fare a meno (anzi, si fa di tutto per aumentare i file supportati). Gli utenti di Windows 10 non hanno la più pallida idea di cosa perdono. Peccato solo che da El Capitan in poi Apple abbia rimosso la possibilità di copiare il testo direttamente da QuickLook.
Duplicare i file. Il menu contestuale di Windows (quello che viene attivato premendo il tasto destro del mouse) è fin troppo ricco di voci ordinate in modo confuso e inconsistente, ma manca della semplice possibilità di duplicare un file, come invece è possibile fare (da sempre?) con il Finder. Io uso di continuo questa funzione sul Mac, però non mi stupisce che manchi su Windows. L’utente medio di Windows è troppo abituato ad usare il copia e incolla (il trascinamento dei file è una cosa praticamente sconosciuta da quelle parti), provare a farlo uscire da questa abitudine consolidata è chiedergli troppo.
Incollare testo non formattato. Il sistema operativo del Mac ha una combinazione di tasti, Shift-Option-Command-V, che incolla il testo rimuovendo la formattazione esistente (in effetti viene applicata la formattazione esistente nel punto di destinazione, ma nella maggior parte dei casi l’effetto finale è quello descritto). In Windows non è mai possibile incollare del testo non formattato, a meno di non usare programmi di terze parti. Un vero peccato, è una funzione utilissima, soprattutto quando si usano programmi di scrittura come (ahimè!) Word.
Per i rari casi in cui la combinazione di tasti non funziona, il mio esempio principe è nvALT, c’è sempre la possibilità di installare anche sul Mac qualche programma specifico, io ad esempio uso da anni Get Plain Text con cui mi trovo benissimo.
Dizionario. Questa è un’altra funzione indispensabile per chi scrive. Si seleziona una parola, si preme il tasto destro del mouse (oppure Ctrl-Option-D) e voilà, al primo posto del menu appare la voce “Cerca definizione di …”, che cerca la parola selezionata nel Dizionario preinstallato in macOS e la mostra in una finestra a comparsa, senza nemmeno lanciare l’applicazione. Veramente formidabile, ancora di più per gli anglosassoni che hanno a disposizione anche un ottimo dizionario dei sinonimi. Su Windows sono disponibili programmi di terze parti che fanno (più o meno) la stessa cosa, ma vuoi mettere la comodità di avere una cosa del genere integrata direttamente nel sistema operativo?
Collegata al Dizionario c’è una funzione che trovo ancora più utile. Se una parola è scritta male, basta selezionarla e premere il tasto destro del mouse per far comparire in cima al menu contestuale una lista di parole corrette. In genere, la prima o la seconda della lista sono quelle giuste. Peccato solo che non sia possibile usare una combinazione di tasti per farlo!
Altre funzioni, tipiche del Mac ed assenti in Windows, elencate da Christian Cantrell mi lasciano invece piuttosto freddo, probabilmente perché non fanno parte delle mie normali abitudini.
Prima fra tutte la possibilità di inserire le lettere accentate come in iOS, tenendo schiacciato un tasto finché compare la lista delle alternative. Con la tastiera italiana non la trovo fondamentale. Però serve a chi usa una tastiera USA (molto più comoda per programmare; questa può essere una buona idea per un prossimo acquisto) o a chi scrive anche in tedesco, francese o spagnolo, che usano lettere non presenti sulla nostra tastiera.
Idem per la visualizzazione in colonna dei file nel Finder, alla quale preferisco decisamente la visualizzazione ad icone con la possibilità di sistemare i file nelle posizioni che preferisco. Una funzione presente da sempre sul Mac e che trovo ottima per dare un senso logico ai documenti presenti in una cartella.
Oppure per la possibilità di usare due diverse combinazioni di tasti per passare rapidamente da un programma aperto all’altro, oppure da un file aperto ad un altro dello stesso programma, che non uso mai perché preferisco di gran lunga usare il Dock per queste cose.
Ma sono un vero sbadato, stavo per dimenticare la funzione forse in assoluto la più importante fra quelle presenti in macOS, ma che manca in Windows.
Installazione e disinstallazione. La stragrande maggioranza delle applicazioni per il Mac può essere installata o dall’App Store con un semplice click oppure trascinandone l’icona nella cartella omonima. La disinstallazione è ancora più semplice, basta solo buttare l’icona del programma nel cestino (solo quelli un po’ fanatici come me hanno bisogno di una applicazione come AppZapper o AppCleaner per cancellare anche i file di configurazione o di supporto associati all’applicazione da rimuovere).
Chi usa regolarmente Windows sa che su questo sistema operativo l’installazione e la disinstallazione del software sono, da sempre, un vero delirio. Ci sono due cartelle separate dove finiscono i programmi installati, una per quelli a 64 bit e l’altra per quelli rimasti ancora a 32 bit. Gli installatori buttano i file qui e là sul disco rigido, in effetti ci sono motivi precisi per farlo, ma l’effetto finale sembra proprio quello. Non c’è un meccanismo interno al sistema operativo che tenga traccia di tutto quello che viene installato dai vari programmi, e i disinstallatori hanno un bel daffare a cercare di rimuovere i file installati senza far danni.
Persino i programmi portatili, quelli che contengono al loro interno tutti i file che gli servono per funzionare (più o meno come sono la maggior parte delle applicazioni per per Mac), creano qualche problema. Dato che non c’è una directory definita nella quale mettere i programmi che non hanno un installatore, alla fine si finisce per mettere tutto alla rinfusa nella cartella Documenti dell’utente, dimenticandosi subito di averlo fatto.
Apple spesso mi irrita, soprattutto quando fa certe scelte hardware incomprensibili o quando rimuove funzioni utili da macOS (come la copia da QuickLook) o non corregge bachi di lunga data (come la scomparsa di certe cartelle dalla barra laterale della finestra di salvataggio). Ma nonostante tutto il Mac rimane la piattaforma migliore per chi usa seriamente il computer.
Mi tocca usare spesso altri sistemi operativi e ogni volta il ritorno a macOS assomiglia un po’ al ritorno a casa dopo un viaggio. Speriamo che continui a lungo così, un divorzio da Apple e dal Mac sarebbe un evento traumatico, quasi come nella vita reale. Meglio non doverlo affrontare.
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Tranne che nei momenti in cui Apple presenta macchine sotto-potenziate e sovra-prezzate. ↩