tecnologia,

Storie di Apple, la storia di Apple

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 18-Apr-2017 · 2 minuti di lettura
Condividi

Chi si ricorda di Doris Norton? Negli anni ‘80 usava l’Apple II per controllare tastiere e sintetizzatori, producendo dischi di musica elettronica che, ancorché datati, sono stati uno dei primi esempi di uso del personal computer nel mondo della musica (più o meno) commerciale.

Chi si ricorda del Jonathan Computer? Era un computer modulare ed aperto in grado di far girare software per i principali computer e sistemi operativi dell’epoca (nel mondo dei personal la differenza fra computer e sistema operativo era allora piuttosto confusa), Apple II, Macintosh, DOS e UNIX. Venne presentato ai dirigenti Apple un anno dopo l’uscita del Macintosh, ma fu tagliato senza pietà, perché ritenuto troppo avanzato e troppo pericoloso per le sorti dell’azienda (sarà un caso, ma a me ricorda parecchio il NeXT).

Questi sono solo due esempi delle storie che potete trovare sul bellissimo sito Storie di Apple (di cui esiste anche la versione in inglese), dedicato a narrare e ad approfondire “storie vecchie e nuove della mela di Cupertino”, concentrandosi sugli aspetti poco (o per niente) noti relativi alla storia di Apple.

Insomma, ai fini del recupero di una parte piccola ma importante della nostra storia recente, Storie di Apple può essere considerato il corrispettivo scritto di quello che un museo come All About Apple fa per l’hardware. Bellissimo anche l’archivio di fotografie a tema Apple, ospitato su Tumblr.

Purtroppo articoli come quelli presenti su Storie di Apple non si scrivono da soli, ci vuole tempo, pazienza, bisogna fare lunghe ricerche in rete e fra gli archivi cartacei. Inoltre, mantenere un sito costa, soprattutto se si sceglie di proposito di evitare che venga contaminato da pubblicità più o meno invasiva.

Non conosco Nicola D’Agostino di persona, però mi piace molto quello che scrive. E la sua richiesta di un piccolissimo supporto economico tramite Patreon mi sembra sacrosanta, tanto più che, oltre che supportare il lavoro di ricerca e documentazione, consente anche di accedere a contenuti esclusivi riservati ai soli sottoscrittori.

Fatevi un giro su Storie di Apple, leggete qua e là, fatevi affascinare dalle storie grandi e piccole che troverete. E se, come credo, quello che trovate vi piacerà, sottoscrivete una piccola quota su Patreon, anche due dollari al mese possono essere sufficienti.

Possiamo veramente pensare che su internet la qualità possa (e debba) sempre essere gratis?

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
Commenti

Aggiungi un commento