Di Setapp ho già parlato un paio di mesi fa. Per chi non lo sapesse, Setapp è un sistema di distribuzione delle applicazioni per macOS (e OS X, per chi come me non ha ancora aggiornato a Sierra) basato sul modello ad abbonamento reso popolare da Netflix, Spotify o Apple Music per i film, le serie TV o i brani musicali.
I vantaggi di questi servizi sono innegabili: con pochi euro di abbonamento mensile si può guardare o ascoltare senza limiti tutto ciò che il servizio mette a disposizione tramite un qualunque computer, tablet o smartphone su cui sia installata l’app dedicata, oppure direttamente nel browser web.
Teoria e pratica
Setapp estende questo approccio al software: pagando 9.99 (più IVA) dollari al mese si ha il diritto di scaricare ed usare senza limiti sul proprio Mac tutte le applicazioni distribuite dal servizio.
In teoria un’ottima idea, anche perché le applicazioni disponibili sono quasi tutte utili e di buona qualità, in particolare Yummy FTP Pro, XMind, Ulysses, Hype, Blogo, Findings, iStat Menus, Rapid Weaver, Manuscripts, Marked, e ne ho dimenticato di sicuro più di una.
Ma in pratica? In pratica non mi sembra che finora la cosa funzioni più di tanto. Quando ne ho scritto a metà dicembre, Setapp era in beta e comprendeva una cinquantina di applicazioni. A fine gennaio la beta è finita e il programma è stato distribuito ufficialmente, con un mese di prova gratuita (che per me scade proprio oggi). Quanti programmi ci sono a disposizione in questo momento? Appena 65, in due mesi non mi sembra che ci sia stato un grosso passo avanti.
Invece il modello ad abbonamento funziona se c’è una buona disponibilità – di film, di brani musicali, di software – altrimenti diventa conveniente comprare una volta per tutte quello di cui si ha bisogno.
Tanto più che chi usa il Mac da tempo probabilmente possiede già più di una delle applicazioni distribuite da Setapp, o applicazioni analoghe.
Mi serve?
Nel mio caso ho già (legalmente) quasi tutte le applicazioni di Setapp che mi interessano: Yummy FTP Pro e Marked che uso moltissimo, Blogo che ho comprato con qualche offerta sull’App Store, Rapid Weaver, Squash e Focused che mi sono stati regalati come beta tester e blogger, Numi e Hype, comprati con qualche bundle ma usati poco (il primo) o nulla (il secondo).1
Per il resto, al posto di PDF Squeezer presente in Setapp uso da anni con molta soddisfazione PDF Toolkit+ (due euro ben spesi!), lo stesso per Diagrammix al posto di iThoughtsX o di XMind (e comunque non amo troppo le mappe mentali), per A Better Finder Rename al posto di Renamer o per Money di Jumsoft invece di MoneyWiz.
Alla fine mi rimangono solo due o tre applicazioni interessanti: iStat Menus su tutte, di cui posseggo una vecchia versione, Manuscripts e (forse!) Ulysses e Findings. Di sicuro mi conviene comprarle piuttosto che affittarle.
Naturalmente chi ha meno disponibilità di software o usa il Mac da meno tempo la penserà in modo diametralmente opposto e potrebbe trovare molto più conveniente la formula dell’affitto mensile rispetto all’acquisto di ciascun pacchetto software, con la relativa e noiosissima gestione manuale di licenze e aggiornamenti.
Addio, o meglio arrivederci
Da domani, finita la beta e il mese di prova gratuita, Setapp non sarà più attivo sul mio Mac. Mi dispiace un po’, mi ero abituato ai suoi annunci periodici (pochi in verità) dei nuovi pacchetti software disponibili. Ma non proseguirò con l’abbonamento mensile perché, dopo più di due mesi di uso abbastanza light di Setapp, la prima impressione è rimasta intatta.
Setapp può essere molto utile per un neofita del Mac o per chi non dispone di un parco software consistente, perché mette a disposizione ad un prezzo ragionevole una serie di applicazioni di qualità – anche quelle più invasive non permesse dall’App Store ufficiale di Apple – installabili comodamente con un semplice click.
Ma per chi ha già anni e anni di Mac alle spalle o per chi non si fa troppi problemi ad installare il software a mano, il numero di applicazioni distribuite in questo momento con Setapp è troppo limitato per essere utile.
Bisogna vedere cosa accadrà nei prossimi mesi: se MacPaw, la software house che ha sviluppato Setapp, riuscirà a coinvolgere nell’iniziativa altre aziende importanti e ad allargare a sufficienza il parco software disponibile, Setapp potrebbe diventare un prodotto interessante anche per gli utenti più avanzati. Se non ci riesce, temo che Setapp sia destinato rapidamente all’irrilevanza e al dimenticatoio.
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I bundle sono in genere molto convenienti, purtroppo però arriva tanta di quella roba tutta insieme che perdi una giornata solo a scaricare i file, salvare i serial number, installare le applicazioni, e poi sei troppo stremato per aver anche voglia di provarle. ↩