Qualche ulteriore commento sparso su dettagli che ho dimenticato di inserire negli articoli degli ultimi giorni.
S/PDIF
- Phil Schiller afferma che, a differenza dell’iPhone 7, i MacBook Pro late 2016 conservano il jack analogico perché “sono macchine professionali che hanno bisogno di una connessione fisica ai dispositivi audio professionali attraverso il jack audio.”
These are pro machines. If it was just about headphones then it doesn’t need to be there, we believe that wireless is a great solution for headphones. But many users have setups with studio monitors, amps, and other pro audio gear that do not have wireless solutions and need the 3.5mm jack.
Purtroppo, però, nei MacBook Pro late 2016 è stato mantenuto il solo jack audio analogico, rimuovendo la connessione digitale S/PDIF, veicolata attraverso lo stesso jack audio ed usata da tanti professionisti per collegare fra loro i dispositivi audio professionali.
In pratica finora, inserendo una cuffia nel jack, il Mac si limitava a trasmettere un segnale analogico alla cuffia. Ma inserendo un adattatore TOSLINK, la porta audio passava automaticamente a trasmettere un segnale digitale a 24 bit e 96 kHz attraverso una connessione in fibra ottica.
Non sono esperto in audio professionale, però mi sembra lo stesso una mancanza piuttosto significativa: la connessione ottica isola elettricamente un dispositivo dall’altro, evitando che si creino loop di massa e che il segnale trasmesso da un dispositivo all’altro venga sporcato da ronzii e rumori di varia natura.
I professionisti dell’audio ne saranno entusiasti.
Disco SSD
Sono già alcuni anni che i portatili Apple hanno la memoria RAM saldata direttamente sulla scheda madre. Se tale scelta garantisce la compatibilità della RAM con la scheda madre e ottimizza le dimensioni del portatile, rende di fatto obbligatorio scegliere, già in fase di acquisto, il taglio di memoria più ampio fra quelli disponibili, compatibilimente con il budget che abbiamo a disposizione. Poiché l’esperienza ci dice che il prezzo della RAM tende a scendere rapidamente nel tempo, poter aggiungere altri moduli RAM solo quando se ne presenta la necessità effettiva riduce parecchio l’esborso economico complessivo.
Ma con i MacBook Pro late 2016 con touch bar Apple si è spinta ancora più avanti, saldando anche al memoria di massa a stato solidio (SSD) alla scheda madre del portatile.
Se la scheda madre di un qualunque computer smette di funzionare, possiamo sempre rimuovere la memoria di massa (non importa se un disco rigido meccanico o uno a stato solido) e collegarla ad un altro computer, garantendoci l’accesso immediato ai dati memorizzati.
Con i MacBook Pro late 2016 (con touch bar) tutto ciò non è più possibile: se il Mac non funziona, l’unica opzione per recuperare i propri dati è quella di inviare il portatile presso un centro assistenza Apple che dispone di uno strumento specifico per il recupero del contenuto del disco SSD da queste macchine.
È un bene che Apple ci abbia pensato. È molto male che il recupero sia effettuabile solo dai tecnici Apple: i dati memorizzati sul disco rigido sono molto spesso la cosa più preziosa del computer e potrebbe essere un grave danno dover aspettare ore (o giorni) prima di potervi accedere di nuovo.
Un consiglio spassionato per chi decidesse di acquistare un nuovo MacBook Pro: non fidatevi del solo Time Machine e investite qualche decina di euro in una copia di Carbon Copy Cloner o di SuperDuper, con i quali effettuare periodicamente la clonazione dell’intero disco rigido su un disco esterno. Preferibilmente (molto preferibilmente!) separato da quello che usate per Time Machine. La prudenza non è mai troppa.
Touch ID
I MacBook Pro late 2016 integrano nella touch bar anche il touch ID, un sensore di riconoscimento dell’impronta digitale analogo a quello presente sugli iPhone più recenti, che serve anche da pulsante di spegnimento del MacBook Pro.
Insieme al trackpad maggiorato, questa è di certo una delle funzioni più utili dei nuovi MacBook Pro. Purtroppo anche la touch bar e il sensore touch ID sono saldati direttamente sulla scheda madre, rendendo probabilmente impossibile la ripararli senza sostituire l’intera scheda logica.
Anche a costo di essere considerato retrogrado, mi sembra una scelta di progetto ben poco logica per una macchina da portare continuamente in giro. Oltre che piuttosto onerosa per gli utenti sfortunati che dovessero ritrovarsi con un touch ID difettoso.