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Tutto qui?

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 1-Nov-2016 · 4 minuti di lettura
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Giovedì scorso, a causa di un viaggio di lavoro (seguito da una cena sociale), non ho potuto seguire la presentazione dei nuovi MacBook Pro, e per una volta la cosa non mi è dispiaciuta più di tanto.

Non per quello che Apple non ha presentato – il mio post sull’evento descriveva quello che io avrei voluto che Apple presentasse, ma non mi aspettavo di certo che lo facesse sul serio – ma per quello che è successo veramente: come previsto dai vari rumors, Apple ha presentato i nuovi MacBook Pro con barretta sensibile al tocco e ha dismesso gli Air, o meglio ha dismesso per ora il solo Air da 11 pollici. Dimenticavo, ha anche migliorato l’esperienza d’uso di tvOS e ha definitivamente mandato in pensione MagSafe.

Tutto qui. Tutto molto deludente, l’avevo scritto e lo confermo.

MacBook Pro

Non so se la Touch Bar, la barretta cangiante sensibile al tocco, sarà un successo o no, se si rivelerà più utile di quello che appare ora, ma francamente mi sembra un po’ poco per chiedere in cambio un tale sforzo finanziario agli utenti del Mac.

Ormai il MacBook Pro più economico, senza barretta sensibile e schermo da 13 pollici, con processore (ammettiamolo) sottodimensionato, appena 8 GB di RAM e 256 GB di disco SSD, costa ben 1.750 euro. Se poi si vuole un 15 pollici, bisogna tirar fuori almeno 2.800 euro. Almeno!

Ma stiamo scherzando?

Come se non bastasse nessun modello standard da 13 pollici monta 16 GB di RAM e una scheda grafica decente con RAM dedicata, due cose riservate ai soli MacBook Pro con schermo maggiore. A meno di non tirar fuori 2.350 euro per il modello senza barretta, personalizzandolo con un processore i7 e 16 GB di RAM (ma la scheda grafica rimane sempre quella). Oppure, la bella cifra di 2.700 euro per il modello equivalente con barretta e scheda grafica appena appena migliore.

In pratica non è più possibile avere senza svenarsi un MacBook Pro piccolo ma potente, comodo da portare in giro e da tenere collegato in ufficio ad uno schermo esterno più grande. Molto meglio allora tornare al doppio computer, iMac o Mac Pro per il lavoro di tutti i giorni e MacBook Air o iPad per quando si è in viaggio.

Anche se anche su quest’ultimo fronte non è che le cose vadano tanto meglio, in particolare con il Pro che non viene aggiornato da ben tre anni.

Kaby Lake

Due parole su Kaby Lake, l’ultimo processore Intel, che non verrà utilizzato nei nuovi MacBook Pro perché, a quanto sembra, Intel non produce ancora le versioni adatte a questi modelli Apple.

Delle due l’una: o Intel ha qualche problema nel processo di produzione, e quindi si è concentrata solo su certe versioni dei nuovi processori, oppure non ha più un rapporto privilegiato con Apple. Negli ultimi anni è successo più volte che gli ultimissimi processori Intel fossero disponibili in anteprima per le macchine Apple, ben prima che per gli altri produttori di PC. Oppure è l’effetto Galaxy Note 7 che si fa sentire.

Lo so anch’io che Kaby Lake, la settima generazione dei processori Intel Core, è solo un aggiornamento del precedente Skylake (il modello tick-tock è in crisi per aver quasi raggiunto i limiti fisici della tecnologia del silicio), però è incomprensibile che macchine di alto livello, vendute a prezzi da capogiro, abbiano un cervello già invecchiato.

MacBook Air

La dismissione dell’Air era nell’aria, per fortuna Apple si è limitata (per ora) al solo modello da 11 pollici, dando qualche ulteriore mese di vita all’Air con schermo maggiore, ma è chiaro che la fine definitiva dell’Air è vicina e che in quella categoria rimarrà presto il solo MacBook.

Peccato, perché l’Air sovrasta il MacBook per le migliori prestazioni velocistiche e per la tastiera di un altro pianeta. Ma anche il pollice in più di schermo e il prezzo leggermente minore non guastano di certo. E peccato perché l’Air è stato un modello di svolta, ha creato il settore degli ultrabook, computer più che sufficienti per lavorare, con il peso e la durata della batteria di un tablet.

Professionisti

Ci sarebbe ancora da dire, in particolare sulla dismissione del connettore MagSafe (un’idea geniale, buttata via in pochi anni) o sulla utilità della Touch Bar (a parte il Touch ID, che non si discute). Oppure sul settore professionale, che tanti considerano essere stato quasi abbandonato da Apple.

Non so dire se ciò sia veramente successo per il settore creativo, che non conosco a sufficienza. Ma di certo gli ultimi annunci non vengono incontro a chi si occupa dei campi che mi interessano di più, calcolo scientifico e sviluppo software, per i quali il mancato aumento di prestazioni e la contemporanea crescita dei prezzi sono un duro, durissimo colpo.

E non affatto è detto che OS X, lo Unix dal volto umano, la principale ragione per usare i Mac, possa evitare una fuga verso altri lidi.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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