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Fastweb e la sindrome da Internet Explorer

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 7-Oct-2016 · 7 minuti di lettura
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Ve la ricordate la dicitura “Ottimizzato per Internet Explorer” presente sulla prima pagina di tanti siti web di qualche anno fa?

Allora si pensava che ci fosse dietro un piano preordinato della Microsoft per imporre l’uso di Windows, l’unico sistema operativo su cui girava Internet Explorer (lo pensavo anch’io). Ma in realtà l’ottimizzazione per il browser Microsoft dipendeva più che altro dalla piatta sciatteria di tanti sviluppatori web.

Windows era il sistema operativo dominante e arrivava con Internet Explorer preinstallato. Di conseguenza la maggior parte dei suoi utenti usava solo quello, invece di cercare delle alternative migliori come Netscape oppure, qualche anno dopo, Firefox, Safari o Opera. Gli sviluppatori si adeguavano, preferendo sviluppare il sito utilizzando i codici HTML non standard di Internet Explorer invece di prendersi la briga di renderlo fruibile da chiunque (si è visto come è finita, chi rispettava gli standard è sopravvissuto e si è sviluppato, gli altri sono finiti nel dimenticatoio).

Oggi Internet Explorer è praticamente defunto, ucciso dalle mille vulnerabilità che permettevano a qualunque attaccante di prendere il controllo del PC su cui girava il browser (l’ultima è di qualche giorno fa), ma la cattiva pratica di ottimizzare un sito per un determinato browser non è scomparsa, si è solo trasferita a quello che è il browser dominante del momento, Google Chrome.


Da qualche giorno anche casa mia è collegata alla fibra ottica. Ai tecnici di Fastweb sono bastate meno di due ore per cablare l’appartamento e configurare tutto, e la maggior parte del tempo se n’è andata in attesa che la centrale rispondesse alle chiamate e completasse da remoto il passaggio del mio contratto da xDSL a fibra ottica.

A quel punto toccava a me: per prima cosa ho provato a collegarmi al modem/router fornito con il nuovo impianto usando il SSID e la password di default. Funzionava tutto perfettamente e in effetti la navigazione sembrava decisamente più veloce di prima.

Dovevo però fare in modo che il passaggio dal vecchio al nuovo router fosse il più possibile trasparente. Niente di difficile, bastava solo accedere al router tramite la sua interfaccia web e modificare (almeno) il nome della rete (SSID) e la password di sicurezza della connessione WiFi, rendendole identiche a quelli del router precedente.1

Il router fornito da Fastweb per il mio impianto FFTH (Fiber To The Home) è un FASTGate GPON prodotto da Technicolor (modello MediaAccess FGA2130FWB). Non è un gran che, proprio come il FASTGate per linea xDSL che avevo prima, ma con un impianto FTTH c’è poco da fare, sembra che in questo momento si sia praticamente obbligati ad usare il router fornito da Fastweb.

Provo quindi ad accedere all’interfaccia web del router all’indirizzo 192.168.1.254 con Firefox, il browser che uso tutti i giorni, come ero abituato a fare con il FASTGate precedente. Il risultato lo vedete qui sotto.

Strano. La rete funziona, posso navigare sul web senza problemi, perché non dovrei riuscire a collegarmi al router?

La prima cosa che mi viene in mente è che il produttore abbia deciso di uniformarsi agli indirizzi di configurazione usati dagli altri router, che in genere sono 192.168.0.1 oppure 192.168.1.1. Li provo entrambi ma il router non risponde, non dà neanche uno straccio di messaggio di errore, è evidente che non sono gli indirizzi giusti.

Guardo sulla scatola, ci sono il SSID e la password di default ma manca l’indirizzo da usare per la configurazione. All’interno non c’è nessun manuale, nemmeno un link da cui scaricarlo, ci sono solo delle istruzioni stampate sul coperchio che consigliano di collegarsi al modem con l’app MyFastweb (per Android o per iOS) oppure usando l’indirizzo http://myfastgate. Per qualche motivo non riesco ad installare l’app, e comunque preferirei usare il Mac, il mouse e la tastiera mi permettono di lavorare molto più comodamente che con il telefono. Provo allora ad inserire http://myfastgate nella barra degli indirizzi di Firefox ma non c’è niente da fare, per Firefox anche http://myfastgate non esiste.

Sempre più strano. Per una volta la rete non aiuta, non riesco a trovare nessuna informazione utile, sembra che sia l’unico ad avere questo problema.

Ormai non so più cosa fare tranne che coprirmi il capo di cenere (virtuale) e chiamare l’assistenza di Fastweb, ma ho già Google Chrome aperto e decido di provarlo. Bingo! Funziona.

Il problema non è il router e io non sono proprio incapace. Sono solo incappato nell’ennesimo esempio di “sindrome da Internet Explorer”, di un sito (o meglio, di una applicazione) web ottimizzata solo per un determinato browser, ieri Internet Explorer, oggi Google Chrome.2

Mi serve una conferma della teoria. Provo Opera, che usa lo stesso motore di rendering di Chrome, e anche Opera funziona senza problemi.

Provo Safari, che invece usa WebKit, e tutto quello che ottengo è uno schermo desolatamente vuoto, senza nemmeno lo strano messaggio di errore di Firefox.

A questo punto apro di nuovo Chrome e configuro il mio nuovo router senza problemi.


Il disappunto comunque rimane. Bisogna ammettere che qualcosa è migliorato rispetto ai tempi dell’odioso Internet Explorer, almeno Google Chrome non costringe ad usare Windows ma funziona su qualunque sistema operativo (non per bontà di Google, ma solo a causa dell’enorme diffusione dei sistemi operativi mobili che con Windows non hanno niente a che fare).

Non si capisce però che senso abbia limitare solo a certi browser l’accesso ad uno strumento di base come un router, tanto più che è evidente che non ci sono ragioni tecniche alla base di questa presunta ottimizzazione (chi vuole può leggere i dettagli nell’Appendice).

Probabilmente dipende solo dalla superficialità di chi ha sviluppato l’applicazione di gestione del FASTGate GPON fornito da Fastweb. Google Chrome è il browser dominante, viene usato dal 70% degli utenti di sistemi operativi desktop, inutile sprecare tempo e risorse supportando anche la minoranza che preferisce usare altri strumenti di navigazione. Alla faccia del web per tutti.

Appendice

Dopo aver finito di configurare il FASTGate GPON con Chrome ho provato di nuovo ad accedere al router con Firefox e Safari. Niente da fare, sembrava non ci fosse verso di usare questi due browser. Allora ho provato a fare una cosa semplicissima: spoofare lo User Agent di Firefox (ho già spiegato qui come si fa), facendo in modo che la sua richiesta di accesso al router sembrasse provenire da Chrome o da Opera. Sono bastati pochi tentativi per trovare una combinazione che permettesse di accedere all’interfaccia web del router anche da Firefox.

Firefox quindi è perfettamente in grado di configurare il router di Fastweb, proprio come Chrome, e alla base del blocco iniziale non c’è nessun motivo tecnico, nessuna caratteristica unica ed insostituibile del browser di Google. Invece, per qualche motivo che mi sfugge, con Safari il trucco dello User Agent non funziona.

Ancora più strano è che, dopo aver ottenuto per la prima volta l’accesso al router con Firefox fingendo di essere Chrome, posso continuare tranquillamente ad usare Firefox anche se torno ad impostare il suo normale User Agent. E posso continuare a farlo anche da un altro Mac, nel quale lo User Agent di Firefox è sempre rimasto al valore di default. Non ho la minima idea di cosa sia successo, forse usare Firefox ha sbloccato qualcosa nella configurazione del router.

Per provare l’ipotesi dovrei resettare il FASTGate GPON alla configurazione di fabbrica (e non è nemmeno detto che sia sufficiente), ma non ha molto senso perdere tutto il lavoro fatto per soddisfare una semplice curiosità. Però, se qualcuno ha lo stesso router e vuole provare ad accedervi con Firefox prima e dopo aver cambiato lo User Agent, può condividere i suoi risultati nei commenti.

  1. In realtà preferisco anche assegnare tramite il servizio DHCP degli indirizzi IP univoci ai vari dispositivi della casa. In questo modo i dispositivi nuovi o sconosciuti si notano immediatamente. 

  2. La differenza fra un sito e una applicazione web ormai è molto sfumata. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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