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Golf a rischio

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 21-Aug-2016 · 1 minuto di lettura
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È un periodaccio per la Volkswagen. Prima il dieselgate, lo scandalo delle emissioni truccate dei motori diesel, esploso un anno fa negli USA e che costerà all’azienda di Wolfsburg almeno 15 miliardi (!) di dollari di multe e rimborsi ai consumatori statunitensi (ma non a quelli europei, la Commissione Europea come al solito, forte con i deboli ma debolissima con i forti ha deciso di non perseguire la Volkswagen).

Poi la pubblicazione dell’esistenza di una falla nel sistema di accensione, che consente di mettere in moto da remoto le auto del gruppo costruite a partire dal 1995 anche se non si dispone del telecomando con chip RFID che in teoria dovrebbe proteggere l’auto dalle attenzioni dei malintenzionati.

Ora la scoperta di una grave vulnerabilità del sistema di sblocco della serratura. Un semplice congegno elettronico da 40 dollari, costruito utilizzando il diffusissimo micro-controller Arduino, permette di clonare il telecomando ed aprire a distanza la serratura delle Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, costruite negli ultimi quindici anni. Fanno circa 100 milioni di auto a rischio.

La Volkswager ha fatto di tutto per evitare che questi problemi venissero resi pubblici, arrivando persino a perseguire legalmente i ricercatori che hanno scoperto le falle nei sui sistemi di sicurezza. Meglio nascondere la testa sotto la sabbia che tutelare i clienti cercando di risolvere il problema.

Intanto i veri cattivi probabilmente usano già queste tecniche per rubare le auto di alto livello del gruppo. Oppure per rubare oggetti di valore senza lasciare tracce. Ci sono i video che lo dimostrano: la polizia non ci si raccapezza, le assicurazioni non pagano, i danneggiati vengono considerati dei truffatori in cerca di un finto risarcimento.

Soluzioni? Una sola, proposta dagli stessi ricercatori che hanno scoperto le falle di sicurezza: usare la serratura meccanica. Come facevo a fine anni settanta con la 500 (quella vera) di mia madre.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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