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Cartellino rosso su Facebook

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 27-May-2016 · 7 minuti di lettura
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“Uno in meno! Sei fuori!”

No, non è Cracco che parla. Qualche giorno fa su Facebook mi hanno mostrato in rapida successione un cartellino giallo e un cartellino rosso, e in pochi minuti sono stato espulso da un gruppo. Fallo grave, gravissimo: diffusione di spam e violazione del regolamento del gruppo. Ecco la storia

Poco social

La mia presenza sui social è decisamente scarsa. Uso WhatsApp per i messaggi ad amici o familiari perché è più comodo degli SMS. Skype e Slack sono (quasi solo) per il lavoro. Mi piace abbastanza Google+, ma ormai è quasi defunto. Ho iniziato da poco ad usare Twitter, anche se non ne capisco ancora molto il senso.

E poi c’è Facebook. Facebook non lo sopporto, però non si può non essere su Facebook e quindi ho un account anche lì (anzi due, troppi per i miei gusti). Il secondo l’ho creato come account di servizio di questo blog, dietro suggerimento di alcuni lettori. Inizialmente si chiamava Melabit, poi ho scoperto che andava contro le regole d’uso di Facebook e gli cambiato nome, creando una pagina apposita per il blog, di cui francamente non so bene che fare.

Insomma, è chiaro che su Facebook sono un noob, un niubbo, uno che ne sa molto poco (a che diavolo servirà un poke?) ma non ha nemmeno troppa voglia di imparare (che me ne importa di sapere cos’è un poke?). Lo uso al minimo, per ritrovare amici persi da tempo o per girellare a tempo perso su qualche gruppo dedicato ad argomenti che mi interessano: elettronica, audio, perfino R. Poca roba.

Parole parole parole1

Fra questi gruppi c’era Informatica News Italia, un gruppo chiuso2 dedicato alle, ehm, notizie di informatica, gestito da Frank De Franks. Da un gruppo (e per di più chiuso) con un nome così altisonante ci si aspetterebbero discorsi di un certo livello: notizie sulle principali conferenze del settore, discussioni su virtualizzazione, contenitori, sistemi distribuiti, magari qualcosa sugli strumenti di programmazione, le interfacce utente, l’usabilità.

Macché, su Facebook (e non solo!) l’informatica si riduce a Windows: vale la pena aggiornare il PC a Windows 10? che faccio se compare questo messaggio di errore? devo per forza installare un antivirus o va bene quello integrato in Windows?…

Informatica News Italia ha parecchi utenti ma, per fortuna, pochi post. Li leggevo ogni tanto qua e là e via, non valeva mai la pena approfondire.

Poi un giorno arriva finalmente una domanda più interessante della media:

non ho mai comprato un disco SSD oppure una memoria di massa M2 SATA. Mi potete consigliare dei box esterni di qualità che possano contenerle nel caso in cui le volessi usare come memoria esterna USB ? Consigli graditi anche su quale memoria comprare.

Il PC su cui installare l’SSD è vecchiotto, ha solo USB 2.0 e Firewire 400. Qualcuno suggerisce di installare un disco SSD M.2 direttamente sulla scheda madre, un prodotto di punta, che sarebbe però sottoutilizzato in un computer di qualche anno fa.

Per una volta (l’unica!) rispondo, suggerendo di inserire l’SSD in un box esterno e di collegarlo al PC tramite la porta Firewire, che assicura prestazioni decenti anche con computer datati.

Se hai un PC con porta Firewire, puoi usare quella. Io ne messo uno in un box esterno di qualità, che ha dato nuova vita al mio iMac del 2008 (per i dettagli leggi qui: https://melabit.wordpress.com/2014/03/02/una-transizione-memorabile/). Come ti hanno detto altri, [usare un SSD] con USB2 o SATA I non ha senso.

Di dischi SSD ho scritto più volte su questo blog, non voglio rispiegare tutto nella mini-finestra dei post di Facebook e quindi metto il link ad uno degli articoli in cui ne ho parlato.

Chi ha fatto la domanda mi chiede un consiglio sul box da acquistare, preferibilmente Firewire 800 e USB3 (in modo da poterlo usare in seguito con altri PC). Guardo su Amazon e ePRICE, il box che avevo comprato è esaurito, ma ce ne sono di analoghi a prezzi decenti. Gli scrivo di spendere il meno possibile, tanto lo userà su un PC datato.

Insomma, nel gruppo va avanti per un paio di giorni un tranquillo scambio di messaggi. Il terzo giorno Franco Franchi mi informa seccamente che ho spammato, violando le regole del gruppo, perché nella prima risposta ho inserito il link ad un mio sito.

Spammato?

Il primo impulso è quello di cancellare il post incriminato, lo scrivo anche nel thread, ma puntualizzo di aver inserito il link incriminato solo per comodità e che lo spam è un’altra cosa.

Non l’ho fatto per farmi pubblicità, ma solo per evitare di ripetere cose già scritte. Se questo significa … spammare, evidentemente abbiamo idee ben diverse sul significato delle parole. Mi spiace, e mi secca, aver dato l’impressione di volermi fare pubblicità, ma credo che dal contesto sia facile capire che l’intenzione non era quella. Mi secca ancora di più investire del tempo per dare consigli tecnici ed essere pure considerato uno che vuole solo farsi pubblicità.

Apriti cielo! È un crescendo velocissimo.

13:05: allora non ti è chiaro, gli admin ti hanno informato della cosa senza nemmeno chiedere di rimuovere il link (eccezionalmente), tu continui a fare delle proteste.

13:07: chiamalo “spam”, “patate”, “carciofi” o come ti pare, sei stato informato che postare link da un proprio sito è vietato dal regolamento, ti è stato postato il regolamento e puoi leggerlo, ti è stato detto che nel tuo caso potevi anche non rimuovere il link, continui a far protesta.

13:11: lui “si secca” a perdere tempo per i suoi preziosi consigli tecnici, ed io per spiegargli che deve leggere il regolamento, uno in meno

Bum! Non ho il tempo o la possibilità di rispondere e Franco Franchi mi fa fuori dal gruppo. Cartellino rosso, nemmeno avessi spezzato le gambe dell’attaccante.

Morale?

Perché racconto tutto questo? Che mi importa di essere stato buttato fuori da Informatica News Italia?

Prima di tutto perché non mi piace la censura. Ho accettato tranquillamente il cartellino giallo, anche se non ne condividevo le motivazioni, ma trovo inammissibile poter esser buttato fuori da un gruppo (su Facebook o altrove) solo per aver espresso un’opinione contraria.

Poi c’è un motivo personale: non penso di certo, come sostiene Franco Franchi, che i miei consigli siano preziosi, però non si scrivono da soli e mi secca veramente perdere del tempo a rispondere o a cercare informazioni e finire pure per essere considerato uno spammer in cerca di pubblicità.3

Ma la cosa che mi ha colpito di più è la dimostrazione, per l’ennesima volta, della fondatezza della tesi di McLuhan che “il mezzo è il messaggio”, che quello che comunichiamo dipende dal mezzo che usiamo per comunicare. E che è la stessa struttura comunicativa del mezzo che suscita modi ben precisi di pensare e di comportarsi, modi che cambiano a seconda del mezzo di comunicazione che viene utilizzato.

Facebook va benissimo per mostrare la torta che si sta mangiando in questo preciso momento, per il meme buffo o pensoso, per passare un po’ di tempo a chattare. Ma è proprio il modo in cui è fatto il mezzo Facebook che rende obbligatorio il cazzeggio, con i messaggi che si susseguono veloci, che si accavallano uno dopo l’altro, senza fine. Via una foto, ecco il meme, poi l’augurio di compleanno ad uno sconosciuto, un’altro meme e un’altra foto… Del resto Facebook è nato per scegliere la ragazza più bella dell’università.

Facebook è puro divertimento, senza complessità. Inutile illudersi di poter usare Facebook per altro, per quello la rete offre mezzi ben più adatti, anche se tanti confondono Facebook con tutta internet (e non sanno cosa si perdono).

Facebook è informazione usa e getta. Informazione? (segue).

  1. William Shakespeare, Amleto e Alberto Lupo/Mina

  2. Un gruppo chiuso mi sembra è il contrario del concetto di social, ma tant’è. 

  3. Pubblicità? Ho perfino controllato, nei giorni in questione ci sono stati nove, dico 9, accessi da Facebook al blog, e non è nemmeno detto che provengano tutti da Informatica News. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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