Non soffro particolarmente della sindrome della pagina bianca, ma sono anche consapevole che le cose migliori mi vengono fuori quando ho l’ispirazione e scrivo di getto.
Non a caso scrivo ancora spesso a mano. Mi piace la sensazione della penna che scorre veloce sul foglio, seguendo al meglio il filo del pensiero. Anche se vengono fuori geroglifici quasi incomprensibili, riesco (quasi sempre) a decifrarli e a tradurli in un testo decente.
Scrivendo al computer si dovrebbe cercare di fare lo stesso: buttare giù una prima stesura senza preoccuparsi troppo della forma, degli errori o della formattazione, tutte cose che distraggono dalla scrittura e di cui ci si può preoccupare in un secondo momento.
Purtroppo i programmi di scrittura non aiutano, perché invitano a concentrarsi fin dall’inizio sui dettagli, distraendo dall’obiettivo principale che è quello di riuscire a fissare le idee sulla pagina.
First Draft
First Draft è un programma di scrittura anomalo, che si propone di riprodurre sullo schemo del computer quello che facciamo quando scriviamo su un foglio di carta. Tutto quello che si cancella non viene rimosso definitivamente dallo schermo ma viene solo sbarrato, restando comunque visibile e magari riutilizzabile in un secondo momento.
First Draft può essere scaricato liberamente dal Mac App Store.1 La versione gratuita non ha limitazioni e salva automaticamente tutto quello che scriviamo sul Mac, compresi gli errori e le cancellazioni.
Ma se vogliamo rimuovere le modifiche e utilizzare il documento pulito è indispensabile sbloccare la funzione di esportazione, con un acquisto in-App di 14.99 euro. Vedremo fra poco se ne vale la pena.
Usiamo il programma
Quando avviamo First Draft ci viene chiesto se vogliamo assistere ad una breve lezione interattiva che insegna ad usare il programma. La lezione è fatta bene, peccato che la richiesta venga ripetuta ad ogni avvio, diventando rapidamente noiosa. È vero che si può decidere di saltare la lezione, ma sarebbe più logico memorizzare la scelta dell’utente ed evitare di ripetere ogni volta la stessa domanda.
Considerazioni analoghe valgono per la schemata di presentazione di First Draft. Perché si deve essere obbligati ogni volta a leggere le caratteristiche introdotte nella nuova versione, senza poter scegliere di passare direttamente all’uso del programma? La prima volta va anche bene, ma dopo un po’ è una vera seccatura.
[caption id=”attachment_2294” align=”aligncenter” width=”605”] Schermata di presentazione di First Draft.[/caption]
La finestra dell’editor di First Draft è divisa in tre parti distinte, un’area centrale che contiene il testo e due colonne bianche ai lati. La larghezza dell’area di testo è fissa e non può essere modificata. Allargando la finestra dell’editor si aumenta solo la larghezza delle colonne laterali, che diventano preponderanti rispetto all’area centrale. A qualcuno potrà anche piacere, a me da solo l’impressione di un sacco di spazio sprecato inutilmente. Una scelta del genere può andare bene per un iPad o un MacBook con lo schermo piccolo, ma non ha molto senso con un monitor di dimensioni normali.
[caption id=”attachment_2295” align=”aligncenter” width=”605”] La finestra dell’editor.[/caption]
Anche la dimensione del testo non può essere modificata, nonostante la presenza dell’opzione relativa nella barra laterale di configurazione del programma. Lo stesso vale per lo stile del font: cliccando su uno dei quattro stili disponibili non succede assolutamente niente.
[caption id=”attachment_2296” align=”aligncenter” width=”605”] Barra laterale di configurazione.[/caption]
Troppi bachi
Ma i problemi non si limitano a questo. Purtroppo First Draft è infestato da parecchi altri bachi evidenti. Ad esempio, dopo averlo usato alcune volte, le cartelle che contengono i documenti di First Draft e che sono visibili sul lato sinistro della finestra di avvio appaiono ripetute più volte. La ripetizione non ha nessun effetto negativo sull’uso del programma, ma è comunque piuttosto fastidiosa.
[caption id=”attachment_2297” align=”aligncenter” width=”605”] Cartelle multiple nella finestra di avvio.[/caption]
Se nella barra laterale di configurazione si seleziona la modalità scura, l’unico modo per ripristinare quella chiara di default è tornare alla finestra di avvio del programma e riaprire il documento su cui si sta lavorando. Ma anche così la finestra di avvio rimane parzialmente scura e la finestra dell’editor è imbruttita da una barretta laterale scura. La visualizzazione corretta viene ripristinata solo chiudendo e riaprendo il programma.
[caption id=”attachment_2299” align=”aligncenter” width=”605”] Problemi di visualizzazione passando dalla modalità chiara a quella scura.[/caption]
In certi casi, in particolare quando si sposta la finestra di First Draft mentre si sta editando un documento (ma non solo), i bottoni rosso, arancione e verde tipici delle finestre di OS X vengono cancellati più o meno completamente. La cosa è ben visibile in alcune delle immagini di questo articolo ed è dovuta alla comparsa di una finestra vuota leggermente più piccola, che si sovrappone quasi completamente alla finestra principale. È la prima volta che vedo qualcosa del genere, dopo aver usato alcune centinaia di programmi per OS X.
Come se non bastasse, First Draft va molto spesso in crash, per fortuna senza cancellare quello che si è scritto fino a quel momento (ma in questo caso probabilmente tutti i meriti vanno a OS X e alle sue funzioni di salvataggio automatico dei documenti).
[caption id=”attachment_2300” align=”aligncenter” width=”557”] Uno dei tanti crash di First Draft.[/caption]
Ma a un certo punto…
Dopo aver aperto e chiuso molte volte First Draft sono costretto a correggere, almeno in parte, quello che ho scritto. Infatti improvvisamente le opzioni di scelta dello stile e della dimensione del font e il passaggio dalla modalità chiara a quella scura hanno iniziato a funzionare in modo corretto (ma tutti gli altri bachi rimangono).
Per cercare di riprodurre questo comportamento strano, ho provato a resettare First Draft, cancellando tutti i file di supporto di First Draft con l’ottimo AppCleaner (un programma che consiglio senza remore) e conservando solo l’applicazione vera e propria.
[caption id=”attachment_2301” align=”aligncenter” width=”605”] Reset del programma.[/caption]
In questo modo il programma torna allo stato iniziale, come se fosse stato appena installato dall’App Store. Purtroppo anche tutti i bachi si ripresentano esattamente come prima.
Lanciando di nuovo First Draft un numero imprecisato di volte compaiono all’improvviso, e senza un motivo apparente, dei riquadri di suggerimento (balloon help
) sovrapposti alla finestra principale di First Draft. È proprio questo che, chissà perché, riattiva il funzionamento corretto delle preferenze del programma.
Non è chiaro però cosa determini la comparsa degli aiuti. L’ipotesi più probabile è che questi appaiano solo dopo un certo numero di riavvii del programma. Se è così, è un’altra scelta incomprensibile: gli aiuti servono immediatamente, per guidare il nuovo utente all’uso del programma, non dopo decine di riavvii, quando è presumibile che l’utente abbia imparato ad usarlo.
Conclusioni
First Draft è un programma potenzialmente interessante, ma purtroppo la realizzazione pratica è del tutto insoddisfacente. Alcune scelte di progetto poco comprensibili e i tanti bachi fastidiosi lo rendono, allo stato attuale, poco utilizzabile in modo serio e produttivo.
Distribuire un programma in queste condizioni da solo l’impressione di sciatteria e di scarsa attenzione nei confronti degli utenti.
I 15 euro richiesti per sbloccare le funzioni di esportazione sarebbero eccessivi anche se il programma funzionasse perfettamente ma, allo stato attuale, rappresentano praticamente una truffa.
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In questo momento First Draft è ancora disponibile sul Mac App Store italiano. Ma dovrebbe essere stato rimosso dal Mac App Store americano per violazione del marchio commerciale, perché una azienda concorrente ha registrato dal 2014 un programma per Windows con lo stesso nome. Un programma piuttosto furbetto, un generatore automatico di contenuti per blog, pagine web e simili (probabilmente alcune persone che conosco lo usano già a fondo). ↩