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Sgombriamo il campo dagli equivoci: Aria di Alan Sorrenti non ha niente a che fare con Dicitencello vuje e con la paccottiglia pop successiva, dischi che gli hanno dato una popolarità effimera ma, subito dopo, la perdizione e l’oblio.
Aria è tutta un’altra cosa, è un disco sperimentale del 1972, che frulla in modo mirabile i generi musicali e ne fa un cocktail affascinante e godibile.
Il disco è fondato sulla voce straordinaria di Alan Sorrenti, usata come un vero e proprio strumento, mescolata ad una base musicale che spazia dalla psichedelia al free jazz, dalla dissonanza stridente dell’avanguardia a momenti di melodia pura.
Aria, il primo brano che da il titolo all’album e occupa tutta la prima facciata dell’LP originale, è la cosa migliore, ma anche gli altri brani non sfigurano e non sembrano messi lì solo per riempire uno spazio vuoto.
Uno dei migliori dischi del progressive, italiano e mondiale. Imperdibile.
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