Ho bisogno di deframmentare, pulire, disinfettare il disco, perché i processi sono diventati troppo lenti. Potresti suggerirmi un software idoneo, possibilmente anche gratuito, visto che oggi è molto difficile comprare anche una biro.
Un ex collega qualche giorno fa mi ha chiesto come fare per velocizzare il suo iMac 27” del 2010, diventato ormai lento come una lumaca. Sull’iMac gira ancora OS X 10.6.8, AKA Snow Leopard, una delle versioni migliori di OS X, molto efficiente ed ottimizzata. Me lo ricordo molto bene, appena installato sui miei Mac diede immediatamente freschezza a macchine che con Leopard sembravano arrancare con il freno a mano tirato.1
Per prima cosa ho inserito il numero di serie del Mac nella pagina di supporto di Apple, da cui risulta che il mio collega usa un iMac (27-inch, Mid 2010)
.
Per le specifiche dettagliate mi sono rivolto invece a EveryMac.com: selezionando la voce Lookup
dal menu principale (o andando a direttamente a questa pagina) e inserendo il numero di serie del Mac viene fuori questa pagina molto dettagliata, contenente tutto quello che serve sapere su quel particolare modello. Anzi, molto di più di quello che serve sapere. EveryMac.com è un sito graficamente spartano, ma fornisce un servizio eccellente.
Per trovare le specifiche del Mac avrei anche potuto usare l’altrettanto valido MacTracker, disponibile gratuitamente sull’App Store. Ma secondo me ha poco senso installare una applicazione che si userà al massimo una o due volte all’anno, soprattutto se esiste un servizio web equivalente.
Comunque, i dati salienti del Mac in questione sono: processore Intel Core i3 a 3.2 GHz con due soli core, architettura a 64 bit, 4 MB di cache L3, 8 GB di memoria RAM DDR3, hard-disk da 7200 giri al minuto, scheda grafica ATI Radeon HD 5670 con 512 MB di RAM, porta Firewire a 800 MB/s. In definitiva una macchina ancora attuale, anche dopo 5 anni di attività. Perché va così piano da essere praticamente inusabile?
Purtroppo non è l’unico caso, io stesso ho un MacBook Pro modello MacBook Pro (15-inch, Early 2011)
, con processore Core i7 e 8 GB di RAM, che si comporta esattamente allo stesso modo. E qualche giorno fa ho usato un MacBook Pro diventato inspiegabilmente lento dopo un solo anno di vita.
Non so ancora riuscito a capire perché succede. È chiaro che con il passare del tempo il sistema operativo e, soprattutto, i programmi applicativi si arricchiscono di nuove funzioni, diventando sempre più grandi ed avidi di risorse. Ma se questa è una spiegazione plausibile per modelli di 4, 5 anni fa, non giustifica affatto il rallentamento di un Mac comprato ad aprile 2014.
Ma anche se non mi so spiegare perché i Mac a volte diventano improvvisamente così lenti, so bene cosa non serve fare in questi casi. Non serve a niente deframmentare il disco rigido, pulire la cache, disinfestare il disco rigido o sciocchezze varie. Sono passatempi per Windows. Può perfino sembrare che queste cose funzionino, ma dopo pochi giorni (o poche ore) si torna esattamente al punto di partenza.
Se proprio si vuole ammazzare un po’ di tempo in queste operazioni, meglio usare uno strumento gratuito e a prova di bomba come Onyx, che buttare i propri risparmi in utility costose di dubbia efficacia.
Cosa fare allora quando il Mac diventa troppo lento e quasi inusabile? Secondo me ci sono tre alternative possibili, a livelli diversi di complessità e di costo.
Riparare con Utility Disco
L’alternativa più semplice consiste nel riparare tramite Utility Disco i permessi dei file di sistema di OS X e la struttura dei file contenuti sul disco rigido (il cosiddetto filesystem).
Il modo migliore per farlo è riavviare il Mac dalla partizione di recupero, premendo contemporaneamente i tasti Cmd (⌘) e R subito dopo aver acceso il Mac e finché non compare il logo Apple (tutto questo vale per chi usa almeno OS X 10.7/Lion, gli utenti delle versioni precedenti di OS X devono invece avviare il Mac dal loro CD/DVD di installazione). Selezionare Disk Utility dal menu che compare una volta completato l’avvio del sistema e verificare ed eventualmente riparare prima i permessi del disco e poi anche la struttura dei file del disco rigido stesso.
Riparare i permessi non ha effetti collaterali negativi e può essere eseguito tranquillamente anche più volte, senza patemi d’animo.
Riparare il disco rigido è una faccenda ben diversa. Se l’analisi mostra troppi errori si può provare ad usare strumenti avanzati come DiskWarrior, Techtool Pro o Drive Genius per riparare la struttura software dei file presenti sul disco che contiene OS X. Ma se gli errori sono dovuti a problemi hardware, ad esempio perché la superficie del disco rigido inizia a rovinarsi, non c’è niente da fare, bisogna precipitarsi a sostituire immediatamente il disco rigido, recuperando poi i propri dati dal backup su Time Machine. Perché naturalmente tutti gli utenti del Mac hanno sempre attivo Time Machine su un disco rigido esterno, o no?
Però, ammesso di avere un backup affidabile, io preferirei comunque cambiare il disco rigido piuttosto che affidarmi agli strumenti appena menzionati. Costa meno ed è di gran lunga più affidabile.
DiskWarrior, Techtool Pro e Drive Genius costano ciascuno dai 99 dollari in su e non possono fare niente se sul disco ci sono dei problemi connessi all’hardware. In questo caso, dopo aver speso 99 dollari, dovrei spenderne almeno altrettanti per un nuovo disco rigido. Non ha senso, meglio investire i propri soldi su un disco rigido di qualità migliore o di dimensioni maggiori.
Ovviamente se non avessi un backup affidabile il discorso sarebbe rovesciato e farei di tutto per recuperare a qualsiasi costo i miei dati. Come purtroppo è successo in passato.
Reinstallare OS X
La seconda alternativa è reinstallare OS X da zero. Anche in questo caso bisogna riavviare il Mac dalla partizione di recupero (oppure dal CD/DVD di installazione per le versioni meno recenti di OS X) e scegliere l’opzione che e l’installazione del sistema operativo prescelto. Al primo avvio del nuovo sistema operativo, si può provare a recuperare automaticamente da Time Machine tutte le applicazioni e i dati già presenti sul sistema.
Il recupero automatico delle applicazioni e dei dati mi sembra un controsenso. Se il rallentamento del Mac è dovuto alle applicazioni installate, è molto probabile che i problemi si ripresenteranno prima o poi come se non si fosse fatto nulla. È altrettanto vero però che non costa niente provare per qualche giorno.
Quello che invece mi sento di consigliare in questi casi è:
- reinstallare OS X da zero,
- ripristinare tutti (e solo) i propri dati da Time Machine o da un backup su un altro disco rigido, evitando però di ripristinare anche la cartella
Libreria
contenuta nella propria Home (o cartella Inizio). Le ragioni per non farlo sono tante, fra cui il fatto che la cartella Libreria potrebbe contenere file di configurazione corrotti che rallentano le applicazioni o perché i dati presenti inLibreria
vengono comunque rigenerati installando ed usando le varie applicazioni; - reinstallare una ad una tutte le applicazioni che si usano sul Mac.
UN processo molto più lungo ma anche molto più affidabile a lungo termine.
Cambiare il disco rigido
L’ultima alternativa è la più radicale, ma anche quella che velocizza di più il Mac. Consiste nel sostituire il disco rigido meccanico contenente il sistema operativo con un modello SSD, a stato solido. Può bastare anche un SSD di dimensioni non eccessive, diciamo 128 - 256 GB, dove installare OS X, le applicazioni e i dati che si usano di più.
Per tutto il resto – e soprattutto per i file che occupano molto spazio come foto, video, musica – si può invece continuare ad usare un disco rigido meccanico, magari lo stesso che abbiamo sostituito con la nuova unità SSD, inserito in un case esterno. Naturalmente i risultati migliori in termini di velocità di accesso e di trasferimento dei file si otterranno collegando il disco esterno al Mac tramite una porta Firewire o Thunderbolt (per chi ce l’ha).
Per sostituire il disco rigido non c’è niente di meglio che seguire le guide di iFixit che mostrano, per ogni modello di Mac, tutti i passi necessari per aprire il sistema ed effettuare la sostituzione, con una chiarezza ed un dettaglio che non ha eguali.
Se non ci si vuole azzardare ad aprire il computer con il rischio che qualcosa vada storto, si può comprare un case esterno, dotato obbligatoriamente di almeno una porta Thunderbolt o Firewire (a seconda del modello di Mac da aggiornare, in cui inserire il disco SSD. Per un iMac non ci sono problemi particolari, l’ho fatto io stesso da più di un anno e il mio iMac del 2008 è tornato a vivere una seconda giovinezza.
Per un Mac portatile, invece, la soluzione esterna è impraticabile, e si deve per forza di cose aprire il portatile e sostituire il disco rigido. Oppure rimuovere il DVD (tanto chi lo usa più?) e sostituirlo con un disco SSD inserito in un adattatore opportuno, con il beneficio di avere ancora a disposizione il disco rigido meccanico per i file più ingombranti.
Il mio MacBook Pro aspetta con ansia questo aggiornamento. Spero proprio di riuscire a farcela entro l’estate.
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Apple ci sta abituando a queste versioni di OS X dedicate prevalentemente alla correzione dei bachi e all’ottimizzazione delle prestazioni della versione precedente. Lo ha già fatto con Snow Leopard, un deciso miglioramento rispetto a Leopard, e poi con Mountain Lion, che giganteggiava rispetto al povero Lion originale. Ora si prepara a farlo con El Captain, la futura versione ottimizzata di Yosemite. Se mantengono la parola, e visto che Yosemite non è affatto male né mi sembra particolarmente lento, ne vedremo delle belle. ↩