Vorrei segnalare questo post particolarmente interessante sulla storia del primo articolo sulla neonata Apple Computer Company, pubblicato all’inizio del 1977 sul secondo numero di Kilobaud, la rivista che divenne rapidamente la principale concorrente di BYTE, la più famosa rivista in assoluto dedicata ai computer personali.
L’articolo parla dell’Apple 1 ed è una lettura interessantissima per chi, come me, è appassionato di storia e tecnologia dei computer.
Anche più interessante è leggere l’articolo originale di Kilobaud, riportato (un po’ male in verità) alla fine del post in questione. Molto meglio leggerlo direttamente sul numero completo di Kilobaud archiviato sull’Internet Archive, un sito benemerito a mai troppo apprezzato (oppure, per chi come me trova scomodo leggere sul monitor del computer, scaricare il file pdf dell’articolo che ho preparato io stesso).
Tanto per dare una vaga idea di cosa significhi mantenere un sito come questo, faccio notare che la sola scansione di questo numero di Kilobaud, in formato cbz (singoli file tiff zippati) occupa ben 5.3 GB. E questo solo per un singolo numero di una rivista!
Sull’articolo in sé si potrebbe parlare a lungo. Oggi fa rabbrividire l’idea che nel 1977 si potesse usare tranquillamente un computer aperto, con i trasformatori e i fili di alimentazione esposti, pronti a fulminare chi li avesse toccati per sbaglio. I burocrati della sicurezza di oggi ci andrebbero a nozze (e nonostante queste manie burocratiche, basta un climatizzatore installato male per arrostire una aeroporto).
Fa sorridere notare quanto fosse striminzito il manuale di uso dell’Apple 1: appena 12 pagine, compresi alcuni semplici schemi elettrici per espandere, da soli, il computer. Non che il manuale del Basic Apple fosse tanto più completo, appena 14 paginette!
Per fortuna con l’Apple II i due Steve, Jobs e Wozniak, hanno corretto il tiro ed hanno prodotto dei manuali completi e assolutamente inappuntabili. Con una dozzina di pagine di documentazione probabilmente non sarebbero andati molto lontano.
Ma la cosa forse più inteerssante è considerare il potere di acquisto. Nel 1977 Kilobaud costava due dollari e l’Apple 1, in versione usabile e con 8 kilobyte di RAM, circa 1000 dollari (del 1977). Un rapporto di 1 a 500.
Oggi una rivista specializzata con più o meno lo stesso numero di pagine costa circa 5 euro. Mantenendo lo stesso rapporto di prezzo, l’Apple 1 dovrebbe costare ben 2.500 euro, praticamente quanto un iMac da 27 pollici con display Retina 5K e 8 GB di RAM.
Ma l’iMac 5K di oggi ha un milione di volte più RAM dell’Apple 1, sul suo monitor ci sono quasi 15 milioni di pixel contro 53.000 pixel,1 e il tutto è gestito da ben quattro processori, ciascuno dei quali è 35.000 volte più veloce del singolo processore dell’Apple 1. Il salto tecnologico e prestazionale è stato straordinario.
È una vera fortuna poter usare un computer come l’iMac 5K, oggi. Ma chi ha i miei anni ha anche avuto il privilegio di vivere giorno per giorno questo progresso fantastico.
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In realtà il numero riportato è relativo alla modalità grafica in alta risoluzione dell’Apple II. L’Apple 1 funzionava solo in modalità testo, 40 colonne per 24 righe. ↩