Markdown è uno strumento che permette di scrivere testi per il web utilizzando una sintassi semplificata rispetto a quella un po’ bizantina del linguaggio HTML e di convertire tali testi in codice HTML valido, pronto per essere incluso in una pagina web perfettamente funzionale.
Con il tempo, l’uso di Markdown si è esteso notevolmente ed ora è possibile usarlo per scrivere documenti di qualunque genere, convertendol in qualunque formato di testo significativo tramite Pandoc.
Io uso da tempo Markdown ogni giorno per scrivere di tutto, fra cui tutti i post di questo blog. Le uniche eccezioni sono gli articoli scientifici, per cui LaTeX è ancora insuperabile, e i documenti inviati dai colleghi, che mi obbligano ad usare l’odiato Word.
Quello che trovo però molto difficile è provare a spiegare l’utilità di Markdown a chi non l’ha mai usato. La risposta normale è “Perché mai imparare ad usare un altro strumento quando c’è già Word che va benissimo?”
Purtroppo in parte hanno ragione: finché non lo si prova è difficile rendersi conto dei vantaggi di Markdown e della sua estrema semplicità di uso.
Invece di provare a spiegare in teoria perché usare Markdown, non sarebbe meglio mostrare degli strumenti semplici semplici per iniziare ad usarlo senza troppi problemi?
E cosa c’è di meglio, oggi, che usare strumenti che funzionano direttemente nel browser, senza nulla da scaricare, installare o configurare?
Imparare Markdown
Per questo non c’è storia, il sito migliore è di sicuro This is Markdown, che insegna la sintassi di Markdown tramite una pagina web interattiva, che può essere modificata direttamente nel browser visualizzando immediatamente il risultato delle modifiche effettuate.
Strumenti di conversione
Anche qui non c’è molto da dire, lo strumento più interessante è Try pandoc!, che permette di usare Pandoc dal browser per convertire un documento scritto in Markdown (o in una dozzina di altri formati di testo) in formato HTML, RTF, LaTeX, oltre che in varie implementazioni di Markdown e in altri formati di testo meno noti.
Un altro strumento utile è Babelmark 2, che permette di valutare le differenze fra il codice HTML generato dalle varie implementazioni (dialetti?) di Markdown.
Detto fra parentesi, l’esistenza di svariate implementazioni di Markdown leggermente differenti l’una dall’altra è la vera debolezza di questo strumento di scrittura. Spero vivamente che prenda piede una implementazione standard come quella proposta da CommonMark (anche se criticata, a mio modesto parere un po’ scioccamente, da John Gruber, l’ideatore di Markdown).
Heck Yes Markdown fa il contrario: prende una pagina web e la converte in Markdown. Utilissimo per convertire in questo formato dei documenti scritti in passato in HTML, magari allo scopo di creare un archivio di pagine web in un formato uniforme o di riutilizzarli per un sito web statico. Ma forse altrettanto utile per implementare con il solo Markdown uno strumento simile a Readability. Da provare con i siti più pesanti e carichi di pubblicità e animazioni.
Editor online
In questo campo c’è solo da scegliere: gli editor online di Markdown sono fin troppi.
Per un uso occasionale consiglio, in ordine (molto) personale di preferenza, Dillinger, che permette di importare e salvare i documenti in Dropbox, Google Drive, One Drive e GitHub, StackEdit, il più completo e facile da usare, con sincronizzazione opzionale dei documenti con alcuni servizi cloud, Markdown Web Dingus di John Gruber, con una colonna con la sintassi di Markdown, Showdown, contenente una guida molto dettagliata alla sintassi di Markdown e Socrates, decisamente pulito e minimale. Tutti questi editor non richiedono registrazione e possono essere usati immediatamente, ma hanno lo svantaggio di non permettere il salvataggio dei documenti prodotti, a meno di non usare qualche servizio cloud come quelli citati sopra.
Per un uso più continuativo, oltre a Dillinger e StackEdit, consiglio di provare anche Beegit, che permette a più persone di collaborare alla stesura dello stesso documento, Draft, il più completo oltre che il più bello dal punto di vista grafico e Markable, che purtroppo, non so perché, mi fa pensare a un prodotto pensato per Windows.
Peccato solo per Editorially, un ottimo editor online che ha avuto però una vita molto breve.