Una settimana fa Google Maps ha compiuto dieci anni.
In questi pochi anni la tecnologia delle mappe online è diventata così pervasiva da sembrare ormai una cosa scontata, quasi fosse disponibile da sempre.
Re/code ha pubblicato un bell’articolo sulla storia di Google Maps dalle origini ad oggi che aiuta a capire quanto la rete abbia cambiato, e stia continuando a cambiare giorno per giorno, le nostre vite. Oltre che ad intuire il genio che c’è dietro queste tecnologie.
Non c’è niente di banale nel pensare di dividere le enormi mappe satellitari in milioni e milioni di pezzettini, trovando il modo di affiancarli in tempo reale senza errori o artefatti. O nel far fare tutto questo al browser web, sviluppando la tecnologia per mettere in comunicazione il browser con il server in background, consentendo di aggiornare in modo dinamico la pagina mostrata senza doverla ricaricare da zero. O nello sfruttare gli stessi guidatori per fornire automaticamente e dinamicamente le informazioni sul traffico (altro che Isoradio).
Tutte tecnologie sviluppate a livello più o meno embrionale da delle semplici startup, con pochi soldi ma tante idee brillanti. Ma brillante anche Google che è riuscita ad intuire per prima la bontà di queste idee ed ha deciso di scommettere su di loro,1 acquistandole e rifornendole di fondi adeguati a proseguire lo sviluppo delle proprie tecnologie.
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Le startup italiche, invece, nella maggior parte dei casi aspirano al massimo a ricevere finanziamenti statali surrettizi, travestiti da attività di (pseudo-)ricerca. ↩