Riassunto delle puntate precedenti. Wordpress.com è un’ottima piattaforma di blogging, ed ha il grosso vantaggio di liberare l’utente da tutte le preoccupazioni riguardanti la manutenzione del proprio blog. Non è però una piattaforma che si adatta bene al mio modo di lavorare, e ne ho già scritto diffusamente alcuni mesi fa. Però cosa scegliere fra le varie tipologie disponibili: wiki o CMS o piattaforme di blog, siti statici o siti dinamici? Per vari motivi mi sono orientato verso un generatore di siti statici, un programma che prende una serie di file di testo, di immagini e di documenti e li converte in un sito web completo secondo un tema grafico predefinito. In rete ci sono letteralmente decine e decine di generatori di siti statici ed il loro numero cresce molto rapidamente: erano 289 all’inizio di agosto, oggi sono ben 388! Come orientarsi in questo marasma? Basandomi su una lista di caratteristiche irrinunciabili (almeno per me), ne ho provati e scartati parecchi, buon ultimo Hugo, promettente ma rivelatosi alla fine piuttosto immaturo.
In realtà avevo deciso subito. Tutte le prove che ho fatto mi sono servite solo ad esplorare il più possibile il territorio, a provare le alternative e a verificarne i vantaggi e gli svantaggi.
La scelta più ragionevole, date le premesse, era solo una: Jekyll.
Per due ragioni fondamentali: prospettive di sviluppo del codice a medio-lungo termine e disponibilità di documentazione abbondante e di buona qualità. Senza queste due caratteristiche non si va avanti. Tutti gli altri generatori di siti web statici possono anche apparire interessanti, ma impallidiscono se li si confronta a Jekyll su questi due aspetti.
Tanto per fare un esempio: che senso avrebbe avuto scegliere uno dei tanti progetti giocattolo di un singolo programmatore? Può anche essere eccellente, ma quante sono le probabilità che continui ad essere sviluppato fra uno, due, tre anni? Magari fra sei mesi il programmatore si stanca e passa ad altro, non rispondendo più alle richieste di supporto o di correzione degli inevitabili errori. Che si fa, allora? Oppure: come si può cercare di configurare ed estendere il sistema prescelto se non esiste della buona documentazione, se magari l’unico modo per capire cosa fa il programma è analizzarne i sorgenti (auguri)?
Infatti fra i 388 generatori di siti statici elencati oggi da Static Site Generators, ben 171 non sono aggiornati da almeno un anno e 225 da sei mesi. E solo una settantina ha ricevuto un aggiornamento nell’ultimo mese. Insomma, ci sono circa 320 progetti censiti che in realtà sono morti, inutili, da scartare a priori.
I primi due generatori di siti web statici nella lista di StaticGen, Jekyll e il suo derivato Octopress, hanno ricevuto insieme su GitHub più di un terzo delle stelle – cioè delle manifestazioni esplicite di interesse nel progetto – guadagnate da tutti i 67 progetti elencati nel sito.1 Non sarà che sono ritenuti così interessanti perché sono fatti bene e sono (relativamente) facili da usare e da metterci le mani?
Ora rimane solo da rimboccarsi le maniche, configurare Jekyll e trasportare il blog sulla nuova piattaforma.
Ma prima di allora, auguro a tutti coloro che pazientemente seguono questo blog un 2015 felice e, se possibile, migliore dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle!
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Immagino che StaticGen censisca solo i progetti sviluppati attivamente. Probabilmente non è un caso che, se si considerano attivi solo i progetti aggiornati nell’ultimo mese, i numeri di Static Site Generators e di StaticGen concidano. Sarebbe interessante verificare se i progetti sono veramente gli stessi. ↩