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Microsoft Office 2011 e OS X Yosemite: un matrimonio complicato

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 4-Dec-2014 · 6 minuti di lettura
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L’altro ieri sono riuscito finalmente ad avere un po’ di tempo per iniziare a lavorare sul mio nuovo iMac da 21”, rimasto per più di quindici giorni ben nascosto sotto la mia scrivania.

Una bella bestia, 16 GB di RAM, disco SSD da 512 GB, processore i7, insomma quasi Mac Pro (per il quale purtroppo non c’erano abbastanza soldi). Aspetto con ansia di iniziare a farci qualche simulazione, voglio proprio vedere la differenza di prestazioni con il MacBook Pro 2011 che uso attualmente (e che sta veramente mostrando la corda).

Ma prima di iniziare a divertirsi c’è la fase di installazione e configurazione dei vari programmi e di trasferimento di tutti i miei file dal MacBook Pro all’iMac. Una cosa noiosissima e molto lunga, anche perché uso o provo un numero enorme di programmi. Ad ogni nuovo Mac mi riprometto di installare solo lo stretto indispensabile, per ricadere immediatamente nella bulimia da installazione.

Ieri sono partito, cominciando con l’installare OS X 10.10 Yosemite da una chiavetta USB, in modo da poter ripartizionare e riformattare il disco rigido e cancellare così ogni traccia della installazione di default di Mavericks (10.9). Non aveva alcun senso partire da OS X 10.9 solo per aggiornarlo immediatamente alla versione 10.10. Molto meglio, su un sistema nuovo, eseguire una installazione pulita del sistema operativo, utilizzando la versione più recente disponibile.

L’installazione di OS X è durata relativamente poco, era già chiarissimo l’effetto del disco SSD.

Nessun problema anche nel corso della solita configurazione del sistema: rete wireless, nome del Mac (questo si chiama agamennone, è almeno il mio terzo computer che si chiama così), condivisioni, barra di scorrimento sempre visibile (trovo assurdo nasconderla per risparmiare qualche pixel su un monitor da 21”), direzione di scorrimento della rotella del mouse (usando anche Linux e, ahimè, Windows, non riesco ad abituarmi alla direzione naturale), orario di sonno e di risveglio del Mac.

Sono passato allora all’App Store. Avendo usato una chiavetta con OS X 10.01.1 non avevo nulla da aggiornare e mi sono quindi dedicato ad installare le applicazioni ex-iLife e ex-iWork: iPhoto, iMovie, Garage Band (anche se è improbabile che lo userò mai su questo Mac), la triade Pages/Numbers/Keynote. Poi, naturalmente, Xcode con il relativo simulatore e la documentazione.

Tutto questo fra la mattina avanzata e il primo pomeriggio, grazie alla rete finalmente veloce e al disco SSD.

Toccava a Microsoft Office per Mac 2011. È vero che uso pochissimo Office, e per lo più Excel, ma c’è sempre qualcuno che mi manda un file Word da rivedere o completare, formattato così rozzamente che bisogna per forza usare Word per metterci le mani. Meglio quindi togliersi subito il dente e non pensarci più.

Solita configurazione preliminare dell’installatore, togliendo Outlook, Messenger (chi se ne ricorda più?), i correttori delle lingue sconosciute (inglese, italiano e tedesco mi bastano e mi avanzano), ovviamente le icone del Dock. Anche questa installazione è stata velocissima, una cosa mai vista.

Ero quasi arrivato alla fine, mancava solo aggiornare Office e potevo chiudere la prima giornata di lavoro con il nuovo iMac.

E qui Microsoft ha deciso di metterci il suo solito zampone. Tutto era stato troppo semplice e veloce, era mai possibile che si potesse usare un programma Microsoft senza problemi?

Lancio il Microsoft AutoUpdate che mi informa che devo prima di tutto aggiornare se stesso, e poi che è disponibile l’aggiornamento a Office 14.1.0, una specie di Service Pack 1 indispensabile per eseguire gli ulteriori aggiornamenti di Office per Mac 2011 (il concetto di aggiornamento cumulativo è sconosciuto dalle parti di Redmond, WA).

Inizio quindi a scaricare l’aggiornamento, mentre intanto chiudo Firefox. Non ho mai capito bene perché ma Office non si aggiorna se sono aperti Firefox o le Preferenze di Sistema. In effetti almeno per Firefox lo so: nel corso del processo viene aggiornato il plugin dello SharePoint Browser di Firefox (non so nemmeno che sia), cosa che può essere fatta solo con il browser inattivo. Esattamente come succede con Flash, deve esserci dietro lo stesso gruppo di sviluppatori.

Dopo qualche minuto parte l’installatore dell’aggiornamento e… si blocca immediatamente. Compare un messaggio criptico che dice più o meno che la firma digitale dell’aggiornamento è errata.

Se si prova a scaricare lo stesso aggiornamento direttamente dal sito ufficiale di Office per Mac 2011 (è in fondo alla pagina), le cose vanno perfino peggio: si riceve un avviso relativo al fatto che Office 2011 non può essere aggiornato… perché non è installato!

Ok, uno può anche tenersi Office 2011 nella versione iniziale, ma chissà quali possono essere le conseguenze, soprattutto provando ad aprire e a salvare di nuovo i famigerati file di Word, con i quali è facilissimo scombinare tutta la formattazione.

Per fortuna c’è una soluzione. Basta scaricare e installare la versione di prova di Office 365, che sul Mac è in effetti solo un aggiornamento cumulativo di Office 2011. Persino più semplice di installare uno alla volta i vari pacchetti di aggiornamento di Office.

Per farlo bisogna andare sul sito di Office 365 ed effettuare il login usando il proprio account OneDrive o registrandosi sul sito. Attenzione comunque ad usare la versione della pagina localizzata in italiano o comunque nella lingua in cui vogliamo installare Office. A questo punto basta scegliere di provare gratuitamente Office 365 per un mese e fornire i dati della propria carta di credito o dell’account PayPal per poter finalmente scaricare il file MicrosoftOffice2011.dmg 1.

Una volta completato lo scaricamento, si deve montare con un doppio click l’immagine disco sul Desktop ed eseguire il programma di installazione, che è praticamente identico a quello di Office 2011 originale. L’installatore aggiornerà la copia di Office 2011 alla versione 14.4.6, l’ultima attualmente disponibile, senza modificare la configurazione preesistente di Office.

Dimenticavo: ho scoperto proprio oggi, con il Mac di una collega appena aggiornato a Yosemite, che gli stessi problemi si verificano anche se si prova ad aggiornare una versione di Office 2011 già installata su Mavericks (o precedenti) e parzialmente aggiornata. La soluzione è esattamente la stessa descritta sopra.

Certo, è sconcertante che la Microsoft non sia ancora riuscita a risolvere questi problemi, visto che Mavericks Yosemite è disponibile ufficialmente già da due mesi, e che ne sono passati quasi sei dalla prima versione di prova. O forse è più probabile che non sia nemmeno intenzionata a risolverli.

In alternativa si può installare LibreOffice ed evitare tutte queste complicazioni. Magari prima o poi ne riparliamo.

  1. Ricordarsi di annullare la sottoscrizione alla scadenza del periodo di prova. Non ha nessun senso spendere 7 euro al mese per avere la stessa versione di Office per il Mac già regolarmente acquistata. E tralasciamo il fatto ingiustificabile che in Europa la sottoscrizione mensile costa 7 euro o 7 sterline, il 20% in più dei 6.99 dollari richiesti negli USA. 

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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