Ma qual’è il più tipico fra gli episodi di malcostume universitario di cui sono stato testimone diretto?
Al liceo c’era uno studente spocchioso, aveva un anno meno di me, che si vantava sempre di aver vinto qualche concorso per “giovani ricercatori”. All’epoca era molto popolare il “concorso Philips per giovani inventori e ricercatori”, che si svolgeva in tutta Europa con selezioni nazionali e una finale continentale.
Gli altri consideravano queste vanterie con indifferenza, se non proprio con commiserazione, il ragazzo era veramente antipatico e lo evitavano tutti. Solo pochi, fra cui io stesso, erano anche un po’ invidiosi. A casa potevo al massimo costruire qualche circuito elettronico, con mia madre che protestava per il fumo del saldatore, figuriamoci effettuare degli esperimenti scientifici complicati!
Parecchi anni dopo ho saputo che riprendeva dei lavori fatti dai tesisti del padre (un eccellente fisico sperimentale e professore presso l’Università locale) per inviarli, come se fossero suoi, ai concorsi che si vantava di vincere.
Finito il Liceo si è iscritto a Fisica, e dove? Nella stessa sede dove insegnava il padre. Facendo gli esami con i professori che conosceva da una vita, magari amici di famiglia, che lo avevano visto crescere.
Si è laureato brillantemente nei tempi stabiliti e dopo la laurea è andato nei posti giusti per far decollare la sua carriera. Sgomitando e sfruttando vantaggi e conoscenze, come era abituato a fare sin dalla scuola. Oggi dirige un importante istituto di ricerca, piuttosto chiacchierato a dire il vero, ma questo è un altro discorso.
Il punto qui è un altro. Perché non è considerato scandaloso avvantaggiarsi spudoratamente delle origini familiari, frequentando la stessa università dove insegna tuo padre e dove ti conoscono tutti, probabilmente continuando ad appropriarsi senza remore del lavoro altrui? Non sarebbe ovvio, in un mondo normale, evitare una simile commistione e avere il pudore di frequentare in un’altra sede, dove non ti conosce nessuno? Tanto più se sei bravo e non avresti bisogno di spintarelle e favoritismi.
Che importa poi che queste pratiche diffuse abbiano danneggiato in modo gravissimo il sistema universitario, allontanando i migliori e cooptando tanti figli, mogli, mariti, cugini e amanti, raccomandati e incapaci?
Ma qundo già a 16 anni ti abitui agli aiutini, diventa naturale, quasi fosse un diritto nobiliare, continuare a farlo sempre e comunque, senza vergogna.