Sto combattendo da questa mattina con Windows 7. Lo uso come macchina virtuale in Parallels – che attualmente preferisco a VMWare Fusion – ma la mia frustrazione non nasce dal fatto di usare un sistema emulato. Affatto.
Ho bisogno di avere una configurazione stabile di Windows 7, con tutti gli ultimi aggiornamenti del sistema operativo e con le (poche) applicazioni installate aggiornate alla versione più recente. Tutto perché devo provare in questo ambiente un software professionale piuttosto costoso ma relativamente instabile, prima di decidere per l’acquisto definitivo.
Una macchina virtuale è preziosissima in questi casi perché, in caso di problemi, permette di annullare tutte le modifiche fatte e di tornare facilmente allo stato preesistente del sistema (ed è proprio questo uno degli aspetti per cui preferisco Parallels a VMWare Fusion).
Sembra facile. Ma ieri ho passato tutta la mattina e parte del pomeriggio ad aggiornare Windows 7. Ed erano solo una decina di giorni che non lo facevo.
Prima l’antivirus, con riavvio obbligatorio.
Poi un primo giro di aggiornamenti con Windows Update.
Poi un crash di Windows e annullamento di tutte le modifiche fatte.
Di nuovo l’antivirus. Di nuovo Windows Update… La faccio breve, ogni volta che aggiorno e riavvio, immaginando di essere arrivato alla fine, compaiono come per magia nuovi aggiornamenti più o meno importanti.
Un giorno di lavoro perso.
Ma alla Microsoft non possono sforzarsi, almeno ogni tanto, fare degli aggiornamenti cumulativi, evitando all’utente questi cicli controlla-scarica-installa-riavvia che non sembrano avere mai fine?
Windows, secondo i suoi estimatori, garantisce la produttività. Ma come si fa a parlare di produttività quando, ogni volta che uso Windows, devo buttare via un tempo sproporzionato a gestire il sistema piuttosto che ad usarlo?