È la prima volta che guardo in diretta il keynote del WWDC e l’esperienza è stata veramente entusiasmante.
Se dovessi riassumere il keynote in una sola parola sceglierei senza dubbio “integrazione”. Le nuove versioni di OS X e iOS convergono in modo sempre più spinto ma anche intelligente, senza forzature inutili.
“Seamlessly”: l’abbiamo sentito decine di volte. Senza problemi, senza nemmeno accorgersene.
Quello che è importante per Apple non è che i due sistemi operativi abbiano lo stesso look, ma che si possano usare per fare le stesse cose, indipendentemente dalla piattaforma hardware usata. Vedere come un lavoro iniziato sul Mac possa essere proseguito senza quasi nemmeno accorgersene sull’iPad o sull’iPhone sembra quasi magia, ma fra pochi mesi sarà la realtà di tutti i giorni.
L’hanno chiamata “Continuity”, continuità, una parola banale con dietro un mondo di innovazione. Altro che finestrelle affiancate!
Se poi a questo si aggiunge un iCloud riveduto, strettamente integrato (e già!) con OS X e iOS, e con un suo filesystem finalmente accessibile anche dalle applicazioni iOS, il cerchio dell’integrazione di chiude e OS X e iOS diventano due modi diversi di vedere le stesse cose.
Anche OS X cresce, con nuovo look più simile a iOS, sempre più asciutto e graficamente coerente. Mi è piaciuto soprattutto il nuovo Dock (non posso soffrire il Dock attuale, stile mensola ghiacciata, e sono contento che torni un Dock come quello alternativo di Snow Leopard) e le icone delle applicazioni, finalmente omogenee fra loro e con l’aspetto generale del sistema.
E infine, ciliegina sulla torta, Swift. Un nuovo linguaggio di programmazione, una cosa che non si vede tutti i giorni. Una vera bomba, se manterrà le promesse di quello – poco purtroppo – che si è visto.
Questa volta vale veramente la pena scaricare la versione beta di OS X appena sarà disponibile attraverso il Beta Program.
Ne riparleremo.