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MePA... o caro

Sabino Maggi Sabino Maggi Segui 28-May-2014 · 2 minuti di lettura
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MePA sta per Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, nome roboante per un sito di commercio elettronico attraverso il quale, da un anno e mezzo circa, devono essere effettuati tutti gli acquisti della Pubblica Amministrazione, a prezzi teoricamente calmierati dalla concorrenza fra i diversi fornitori.

Un sito di commercio elettronico fatto così bene – nel 2009 ha perfino vinto un European eGovernment Award! – che distingue un “disco rigido da 1 TB” da un “disco rigido da 1.0 Terabyte” o, ma vogliamo scherzare?, da un “hard-disk 1 TB”. La precisione prima di tutto.

Il MePA oggi è obbligatorio per qualunque acquisto. Che ci siano beni per i quali non vale solo il prezzo finale, ma considerazioni quali la qualità del bene, l’affidabilità del venditore, il supporto tecnico, etc, etc, non interessa. Una risma di carta o un microscopio a scansione elettronica, sono equiparati e l’unica cosa importante è che costino meno oggi. Se dopo l’acquisto il microscopio a scansione elettronica non funziona o non ci sono i pezzi di ricambio… chissenefrega.

E chissenefrega anche nel caso in cui si possa spuntare un prezzo migliore con un acquisto diretto, fuori dal MePA. Prima era così, ora non più. Il MePA è obbligatorio, anche dimostrando con i fatti di poter spuntare un prezzo migliore. La finzione del risparmio.

Ma anche alcuni fornitori ci marciano. E quanto ci marciano. Tanto i controlli non ci sono, le penali pure. E poi tanto hanno a che fare con la Pubblica Amministrazione: tutti ladri o tutti scemi.

Un collega ha deciso recentemente di acquistare un iMac. Nel corso della configurazione l’ho convinto a prendere 32 GB di RAM, perché la RAM non basta mai e poi per lui, che gestisce spesso immagini da vari GB, una quantità del genere è un toccasana.

Ieri l’iMac è arrivato ma… con solo 8 GB di RAM. Il collega ha contattato il fornitore che gli ha risposto, più o meno testualmente,

“Si è vero, avevamo preparato tutto per montare la RAM, ma ce ne siamo dimenticati.”

Dimenticati???

Un iMac con 32 GB di RAM costa 600 euro in più di quello standard da 8 GB, più del prezzo complessivo di tanti computer odierni. Come diamine fai a dimenticartene? Che fai, lasci la RAM lì sul tavolo invece di montarla? E anche se fosse, appena te ne accorgi dovresti precipitarti ad avvisare il cliente. Il numero ce l’hai…

Ma la chicca vera è arrivata subito dopo. Quando l’ho sentita non ci potevo credere.

“La ordiniamo subito e gliela veniamo a montare in settimana.”

Ma come, non l’aveva dimenticata? Non l’avrà mica buttata via? O forse l’ha usata subito su un altro iMac?

Giulio Andreotti diceva che:

“A pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”.

Non sarà mica che il fornitore volesse fare il pacco, prendersi i 600 euro in più senza ordinare veramente la RAM?

Tanto, nel settore pubblico, chi vuoi mai che ci faccia caso o peggio, a chi vuoi che importi?

Per una volta gli è andata male.


P.S.: Se non possiamo comprare nel MePA un vero microscopio a scansione elettronica, consoliamoci almeno con questo simulatore.

Sabino Maggi
Pubblicato da Sabino Maggi Segui
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