Recentemente SugarSync ha informato i suoi utenti che, a partire dall’8 febbraio, sarà necessario sottoscrivere un piano a pagamento o smettere di usare il servizio. Dal prossimo mese si pagheranno 37.49 dollari per il primo anno (e il doppio in seguito), corrispondenti a circa 27.50 euro (55 euro dal secondo anno) per 60 GB di spazio di memorizzazione. Molto meno di iCloud o di Dropbox.
Ma da ieri ho detto addio a SugarSync, dopo anni di uso fedele e quasi sempre soddisfacente.
SugarSync ha sempre avuto due caratteristiche uniche:
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la possibilità di definire per ogni computer le directory (cartelle) da sincronizzare con il cloud, indipendentemente da dove fossero localizzate sul disco rigido;</p></li>
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la possibilità di mantenere ciascuna directory sincronizzata con uno o più computer, in modo del tutto indipendente dalle altre.
Tutti i più diffusi servizi cloud obbligano invece l’utente a scegliere un’unica directory da sincronizzare in rete e fra i computer associati all’account, con un approccio molto semplificato che in tanti casi si rivela poco flessibile. Ci sono dei trucchi per ovviare a questa limitazione, ma rendono la gestione del servizio più complessa del necessario.
L’interfaccia utente della prima versione di SugarSync permetteva di gestire in modo molto efficace queste interdipendenze. Mostrava una mappa dettagliata dei vari computer associati all’account e delle directory sincronizzate fra i vari computer, permettendo di aggiungere o rimuovere le associazioni mediante un semplice drag and drop.
[caption id=”attachment_229” align=”aligncenter” width=”605”] Da: http://sugarsync.hivelive.com/posts/5c1e901613[/caption]
Purtroppo nella seconda versione di SugarSync questa mappa visuale è stata rimossa ed è diventato quindi più difficile gestire le sincronizzazioni fra i vari computer. Anche il servizio ha cominciato a battere un po’ la fiacca, è diventato più lento e con troppi momenti di fermo.
Abbandonare SugarSync non è quindi per me solo una questione di costo ma di insoddisfazione complessiva verso la direzione presa dallo sviluppo. Vale quindi la pena provare le alternative gratuite, alcune delle quali offrono spazi enormi di memorizzazione sul cloud e sono ben supportate dalle applicazioni per OS X e iOS.
In pole position c’è Box che da qualche giorno (e per tutto il prossimo mese) offre ben 50 GB di spazio di memorizzazione a tutti gli utenti che installeranno l’applicazione per iOS. Il limite di 250 MB massimi per ciascun file mi sembra poco penalizzante, almeno per la maggior parte dei file che ha senso salvare sul cloud e data la lentezza della rete qui in Italia.
Al secondo posto nella mia lista personale di servizi cloud da provare si trova Copy, che offre ai nuovi utenti 15 GB senza limitazioni. Questo per me è un servizio particolarmente interessante, dato che ho ben 105 GB disponibili gratis. Non so nemmeno perché, immagino di essere stato uno dei primi utenti iscritti (senza mai usarlo).
E poi c’è sempre Dropbox, che in questi giorni sta faticosamente prendendo il posto di SugarSync per i miei documenti essenziali.
A presto, per un aggiornamento.